Strano come alcuni capolavori siamo frutto di periodi in realtà tormentati. Triplo platino, "Love At First Sting" è uno degli album più venduti della storia del Rock, ben sei milioni di copie, e anche uno dei più amati dai fan di tutto il mondo. Apoteosi è il termine giusto per definire questo che secondo me rappresenta il culmine di una gloriosa scalata, successo dopo successo, attraverso una serie dischi ottimi, per una band che non si è mai arresa né scoraggiata nei momenti difficili. "Love At First Sting" è un album planetario, che sarà difatti coronato da una tournee mondiale strepitosa, ove gli Scorpions suonano all'ennesima potenza, sia sul piano di performance tecnica che a livello di show. E questo lo dimostra l'ottimo "World Wide Live" tratto in seguito da suddetta lunga serie di date dal vivo.

Eppure dietro a tutto questo c'è, come detto, un periodo difficile. Dopo il grandioso "Blackout", le pressioni della casa discografica e del management sui cinque musicisti teutonici divennero insostenibili. In particolar modo, il produttore Dieter Dirks era convinto che il nuovo disco avrebbe dovuto sorpassare di gran lunga "Blackout" (cosa nel suo genere già difficile) e insistette non poco che gli Scorpions avrebbero dovuto migliorare soprattutto sul piano tecnico: venne preso di mira soprattutto il bassista Francis Bucholz, che per contro continuava ripetere che il problema a suo parere stava nella produzione. Addirittura venne chiesto a Bucholz e al batterista Herman Rarebell di starsene tranquillamente a casa mentre Jabs, Schenker e Meine intrapresero il fallimentare esperimento creativo per un nuovo album presso i Polar Studios di Stoccolma. E così l'estate del 1983 passò il modo bieco, senza ispirazione. Gli Scorpions erano affiancati in modo poco convincente dal bassista Jimmy Bain (ex Rainbow, e allora nei Dio) e dal batterista Bob Rondinelli (ai tempi nei Rainbow, e in seguito nei Black Sabbath).  La poca dimestichezza con l'allora relativamente recente tecnologia digitale fece il resto: gli Scorpions piantarono tutto e ripresero in mano le redini, chiamando nuovamente con sé la loro fidata sezione ritmica, che fino ad allora aveva invero svolto in modo abbastanza egregio la propria mansione e che era stata brutalmente defraudata del proprio ruolo da un produttore arrogante. E l'ulbum uscì in men che non dica, complice naturalmente lo strabiliante "ritorno in famiglia", lo stimolo ritrovato. E nel 1984 "Love At Fist Sting" passò alla storia. Tanto strano non risulta, dunque, che questo meraviglioso disco sia la prova  lampante che l'ispirazione tronca o esalta la creatività: dalle ceneri agli altari, in questo caso.   

Tutti i brani del disco sono veri e propri highlights, le ombre di Stoccolma di appena pochi mesi prima sono invero lontane anni luce. Basta premere play per accorgersene: una cascata di suoni di chitarra in scala ci investe nell'attacco di Bad Boys Running Wild, uno dei pezzi più suonati dal vivo dagli Scorpions, vera e propria bandiera anche e soprattutto dal vivo. Semplicità sinonimo di efficacia è la formula della grandiosa Rock You Like A Hurricane, un maestoso connubio chitarristico dei signori Schenker e Jabs, col solito Meine da urlo! Un anthem, il grido di una generazione. Spettacolare anche I'm Leaving You, soprattutto nello stacco che si diversifica dal resto del pezzo (da incorniciare è il verso Keep in your mind till I come back to love ya). Coming Home è una delle due ballate di "Love At First Sting" che hanno fatto storia, divisa in modo sublime fra arpeggio d'inizio brano e il grande Hardrock della parte in cui subentra la distorsione. Lezione di rock è anche The Same Thrill, anche se il grande singolo dell'album è stato indubbiamente Big City Nights, che ha difatti letteralmente sfracellato le classifiche, una classica canzone di sfondamento. As Soon As The Good Times Roll è un'altra poesia, così come anche la canzone di protesta Crossfire, con l'ottimo refrain al suono del monito "Understand...". Aborrisce il mostro della guerra. E come meglio poteva finire l'album se non con l'altra grande ballata, la grande hit, la suprema Still Loving You? Sentimento, passione, rabbia, rancore e disperazione sono i sentimenti che evoca il capolavoro, sentimenti che tutti in amore abbiamo provato, e che in poche righe gli Scorpions  riescono semplicemente ad esprimere. La ciliegina sulla torta, oserei dire.

Sempre sporcelenta anche la copertina (ma anche il video di Big City Nights non scherza, solo donne in bikini), ed anche in questo gli Scorpions non si smentiscono per niente. E come nel rock spesso accade, il titolo dell'album viene preso da una frase di una delle canzoni, in questo caso Rock You Like A Hurricane (The wolf is hungry / He runs the show / He's licking his lips / He's ready to win / On the hunt tonight / For Love at first sting) ...e mai titolo fu più azzeccato per un album simile: è davvero amore a prima vista!

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