Se vi piacciono i Broken Social Scene questo è un disco consigliatissimo, se non vi piacciono, pure. Gli scandinavi ormai si sa, sono una naturale protesi del pop, sebbene in una loro dimensione più introspettiva rispetto all’indie mainstream dei collettivi canadesi.

I Seabear occupano un tassello intermedio che coniuga negli episodi migliori il sound strabordante di gruppi come Arcade Fire o Broken Social Scene a quello più gentile e intimista del pop nordico.

I pezzi dall’appeal immediato non mancano in questa seconda prova degli islandesi :“Lion Faced boy”, “Fire Dies Down”, targata Arcade Fire, “I’ll Build you a Fire”, nel segno di Drew and company, “Softship”, la mia canzone preferita dell’album, spirale incantatrice di stoffa Yo La Tengo. I brani più spontanei sono quelli in cui il gruppo mette da parte la volontà di emulare i propri riferimenti musicali per suonare dal cuore. Ecco allora spuntare fuori un’anima folkeggiante, che sconfina nel country: “Singing arc”, “Pocket Knife”, “Wooden Teeth” e “Leafmask I e II”. Messo però da parte il banjo arriva il bello: “We Fell off the Roof”, coi suoi sali e scendi, l’elegante “Bright House”, “Doctor”, accompagnata da violini pazzeschi. “Cold Summer” è un brano sinceramente commovente mentre l’accattivante “Wolfboy” chiude in maniera energica l’album.

Un disco di rara intensità. Va consumato con sapienza per apprezzare a fondo il talento di questa band. Il rischio maggiore e purtroppo frequente con questi dischi, è proprio la leggerezza con cui li si affronta. Ma si sa, quando la sostanza è abnorme si fa fatica a misurarla.

PS: La recensione è stata fatta con la versione bonus contenente l’EP “Singing Arc”.

Elenco tracce e video

01   Lion Face Boy (03:35)

02   Fire Dies Down (04:34)

03   I'll Build You a Fire (03:36)

04   Cold Summer (05:35)

05   Wooden Teeth (02:42)

06   Leafmask (03:11)

07   Softship (04:14)

08   We Fell Off the Roof (05:28)

09   Warm Blood (05:04)

10   In Winters Eyes (03:52)

11   Wolfboy (04:25)

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