Dopo l'uscita di due EP nel 2009, gli Shabazz Palaces, gruppo sub pop fino a poco tempo fa avvolto nel mistero, ma ora essersi scoperto formato da Palaceer Lazaro, aka Ishmael Butler già componente dei Digable Planets ( gruppo jaz hop degli anni 90 ) e dal suo collaboratore, il percussionista Tendai Maraire, tornano con un nuovo album, Black Up.

Descrivere l'album come un semplice lavoro hip pop non darebbe minimamente l'idea di come sia quest'ultimo, il loro infatti, è un mix di hip pop, soul ed effetti sintetici, il tutto a creare un atmosfera psichedelica ed onirica.

Per avere un'idea migliore del loro sound basta analizzare il primo pezzo "Free Press And Curl", brano che inizia con una base di percussioni ed effetti sintetici, alla quale poi sopraggiunge il rap ipnotico di Ishmael Butler, il tutto condito dall'inserimento qua e là di un coro asfissiante che sembra essere stato preso direttamente da "Medulla" di Bjork (suoni o cori del genere li ritroveremo spesso). Black Up si può anche finire di descrivere con questo pezzo, dato che tutti i brani dell'album puntano proprio a creare questo tipo di atmosfera, anche se, via via essa subirà alcuni cambiamenti diventando sempre più coinvolgente e paranoica. 

Unico punto debole dell'album, è che a volte si ha la sensazione che i brani proseguino con troppa linearità, sensazione in gran parte annullata quando fanno la loro comparsa ospiti speciali di livello come Flying Lotus o Tokimonsta in grado di donare maggiore varietà ed espressività al lavoro. Quello degli Shabazz Palaces insomma, è un sub pop dalle venature oscure, tanto complesso quanto innovativo, in grado di soddisfare molti amanti del genere e non, purché vi si dedichi il giusto tempo.

Elenco tracce e video

01   Free Press and Curl (04:16)

02   An Echo From the Hosts That Profess Infinitum (03:15)

03   Are You... Can You... Were You? (Felt) (04:48)

04   A Treatease Dedicated to the Avian Airess From North East Nubis (1000 Questions, 1 Answer) (02:46)

05   Youlogy (03:59)

06   Endeavors for Never (The Last Time We Spoke You Said You Were Not Here. I Saw You Though.) (02:56)

07   Recollections of the Wraith (03:36)

08   The King's New Clothes Were Made by His Own Hands (02:07)

09   Yeah You (03:21)

10   Swerve... The Reeping of All That Is Worthwhile (Noir Not Withstanding) (05:11)


  • Tobby
    21 ago 11
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    Sono quasi sicuro che "proseguino" non esista, che qualche DeBaseriano più erudito di me mi tolga ogni dubbio a riguardo.
  • ghigno92
    21 ago 11
    Recensione: Opera:
    E' vero, Tobby, si dice 'che essi proseguAno'!
  • Nico63
    21 ago 11
    Recensione: Opera:
    Spero sii un refuso
  • JURIX
    22 ago 11
    Recensione: Opera:
    'Sto disco l'ho ascoltato un paio di settimane fa. Vedi caZZo a non aspettare le De-RecenZioni? Se avessi letto per esempio questa prima, ed avessi notato i de-Generi, non avrei mai ascoltato 'sto "Black Up", e ci avrei guadagnato sicuro. Diciamo che è all'antipodo dei miei gusti musicaBBBili.
  • eleynaD
    22 ago 11
    Recensione: Opera:
    Cavolo, non mi ero accorto di aver sbagliato a scrivere *____*. Ad ogni modo vi consiglio di ascoltare quest'album perché è davvero qualcosa di originale.
  • Bartleboom
    24 ago 11
    Recensione: Opera:
    Pazzesco... nelle prime 4 righe ci sono almeno 16 nomi che non ho mai sentito nominare prima e almeno 8 nomi che non saprei neppure pronunciare. Bella pagina, ma per il disco mi sa che vale il discorso di Jurixxxxxx: non il mio piatto di fagioli con le cotiche. Tu bravo.
  • zzot
    25 ago 11
    Recensione: Opera:
    Mi dispiace davvero che su Debaser non vengano commentati e ascoltati cd come questo. I commenti alla tua recensione purtroppo non danno il giusto peso all'ottima proposta che hai fatto. Svegliatevi questa è roba veramente originale! Credo che questo genere sia una novità assoluta, frutto di una mente aperta che non vuole rimanere nell'angusto spazio dell "hip hop" ma contamina e crea atmosfere a tratti piuttosto cupe e che rende poesia astratta anche quel tipo di musica che generalmente viene associata a macchinoni catenoni e pseudoprotesta sociale. Fidatevi è davvero un ottimo disco.
  • Recensione: Opera:
    Non era male l'incarnazione post-2000 del suo compare Doodlebug, mi pare si chiamasse Cee-Knowledge & the Funkqualcosa. La tipa invece aveva spakkato parekkio il kulo con i Dino-5, però c'era di mezzo Prince Paul, per cui il grazie al cazzo è d'obbligo. Lui mi era piaciuto parecchio in un paio di tracce dell'Ep omonimo (questa era una bomba ), ascolterò anche questo, non sapevo fosse uscito. << Credo che questo genere sia una novità assoluta >> Duemilauno -> <- e come lui non c'è nessuno.
  • zzot
    25 ago 11
    Recensione: Opera:
    @puntini, Ho ascoltato il tuo ottimo link grazie, mi sfugge un po il nesso tra quell'Hip Hop li e quello che fanno gli shabazz palace, in particolare il tipo di suoni utilizzati. Gli shabazz mi sembrano avere un diverso tipo di "basi", forse piu ambient. Correggimi se sbaglio forse per abstract hip hop intendi in particolare le lyrics?
  • Recensione: Opera:
    Il tipo di suoni di Buttefly (per me resta "Butterfly dei Digable") è sicuramente più standard e "Black" rispetto a - pochi - altri, tu parlavi di "novità" per cui ho postato qualcosa di dieci anni fa che suona ancora più "nuovo" o per lo meno "ancora più diverso" da quello che propone Butterfly oggi (e quindi milioni di volte più diverso del Rap-Standard). Di questo disco ho sentito solo due pezzi dopo che ho commentato, ma gli Ep dell'anno scorso li ho sentiti bene, e sono comunque loop a tempo, lavora parecchio e bene sulle basse frequenze ma campiona parecchio, quelli "ancora più nuovi" non campionano. Dovendo trovare qualcuno di simile a lui (Butterfly) direi la roba della Anticon (che appunto usano robe più "ambient" come dici tu) di Odd Nosdam Jel Why Doseone Sole eccetera, sicuramente meglio la Anticon come Beats, ma B.fly come rapper a quelli dell'Anticon se li incula tutti anche con la bocca piena, neanche a paragone. Sarebbe perfetto Jel+Odd Nosdam alle basi e Butter al microfono, sarebbe un progettone-one-one. Però anche l'anticon proviene dalla Def Jux, questo è il "loro" primo singolo, di 16 anni fa, e fidati che allora si che dicevi NUOVO . Questi Shabazz restano comunque più nuovi e freschi del 99% del panorama, stare dietro alla Def Jux è già un enorme merito dato che loro sono di un sistema solare diverso da quello del Rap standard.

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