Aspettando, tra poco meno di un mese, il loro prossimo concerto, ecco quello che è stato per me la sera del 26 Luglio a Milano...
Sigur Ròs in Villa: Chiusi Tra Due Parentesi

Un velo bianco tra noi e loro, un fiato sospeso ed elettrizzante in attesa delle prime note. Delle ombre, dei riflessi fanno nascere una luminosa musica, un applauso scrosciante, i Sigur Ròs.
Aprono con i pezzi nuovi di quello che "Takk…" sarà a Settembre il loro quarto album.
Brividi, respiro affannato ma non affannoso, se mai liberatorio, sa di bellezza, si è come sospesi.
Dopo i primi applausi per i pezzi nuovi (l’ononimo intro "Takk" e "Glosoli"), tocca a "Ny Batterì" e poi alla canzone che li ha celebrati al mondo, attimi di silenzio… "Svefn-g-Englar" è un applauso di commozione, la sua esecuzione è perfetta, la voce di Jònsi è limpidissima, è una figura quasi aliena in un mondo di ‘alieni’...?
Il battito cardiaco aumenta, sono cose che non puoi controllare… abbandonarsi alle sensazioni e alla bellezza è la sola cosa giusta da fare.
Ormai non sono più a Villa Arconti, mi hanno trasportato in un luogo di pace e silenzio.
Un colpo dal di dentro, brividi sulla pelle e lacrime, "Vaka" è per me il momento più alto del concerto, tremo e sono leggero, chiudo gli occhi, solo la voce di Jònsi… solo quella musica astratta
Sei minuti di commozione dove tutto si annulla, dove c’è solo bellezza.
Dopo il delirio sensoriale con "Vidrar Vel Til Loftarasa", dei battiti di batteria… una chitarra… "Olsen Olsen" è un flusso di luce, lo sento, lo vedo, lo faccio mio.
È per me un’esperienza onirica, una cosa troppo unica, non è più solo un concerto.
Quasi due ore di musica, due ore in un abbraccio che non volevo finisse mai.

Una voce angelica, archi e violini spiegati, battiti di batteria come sospiri e distorsioni come gemiti.
Una villa seicentesca e quattro persone dall’Islanda
, un applauso commovente e intenso di dieci minuti alla fine, l’unica moneta per poterli ricambiare.
Il vento del nord non è mai stato così caldo…
Takk

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