Beh, già il titolo è una dichiarazione di intenti, sfacciato ma consapevole dei proprio mezzi. Dopo il predominio bianco della primà metà della decade "Club Classics vol. II" irrompe nella scena e riconsegna alla musica nera la posizione di capolista nella classifica del pop. E lo fa coniugando il passato soul e R'n'B con il presente rap ed elettronico, passando per il recupero delle radici musicali africane. Il risultato è una dance "intelligente", elegante e mai becera ma nonostante ciò immediata e scuotichiappe. La componente elettronica predomina senza mai risultare pesante o esagerata, e la musica mantiene un calore tutto black.

Il tutto è trainato da magnifiche voci femminili (in evidenza Caron Wheeler, che interpreta i megasuccessoni "Keep on Movinì" e "Back to Life") e da Jazzie B, il cui stile di canto non avrà dalla sua la tecnica, ma in possesso di un carisma invidiabile, atteggiandosi come una specie di credibile santone soul, senza peraltro demeritare nelle vesti di maestro di cerimonie rap; sono opera sua anche i raffinatissimi arrangiamenti. Jazzie B è inoltre affiancato nella direzione del progetto da Nellee Hopper, che sarà in seguito acclamato produttore di Madonna e soprattutto demiurgo della creatura Bjork...mica roba da 5 e 5.

L'impatto del lavoro è devastante: la maggior parte del rhytm and blues che fino a pochi anni fa dominava le classifiche trova fra queste canzoni la sua fonte, senza però avere un briciolo del suo buongusto. Fatto da non trascurare: i nostri vengono da Bristol, e non c'è dubbio che rappresentino un'influenza per gli alfieri del trip hop. Non è un caso che degli allora misconosciuti Massive Attack risultino ospiti in una traccia.

Pensierino di fine recensione: se i club classics di oggi fossero così in discoteca non mi limiterei a starmene a sedere col jack e coca a votare mentalmente i fondoschiena muliebri che mi si agitano davanti. Magari ballerei anch'io, nonostante abbia la scioltezza di una betoniera.

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