Nella seconda metà degli anni ottanta nascevano, dalle ceneri di un defunto gruppo di nome Shemps, i Soundgarden. Il resto della storia la sappiamo. Dopo avere raggiunto l'apice del successo con "Superunknown", nel 1994, anche per loro come per tutti inizia il declino e inesorabile arriva lo scioglimento. E nel 1997 esce "A-Sides": la loro antologia, che più che come una semplice compilation si presenta come una testimonianza del percorso seguito dal gruppo, della loro evoluzione.
Le prime cinque tracce appartengono al periodo ancora "acerbo" dei Soundgarden, nei quali ancora militava Hiro Yamamoto al basso. "Nothing To Say", proveniente dall'EP "Screaming Life", è oscura, marziale, chiaro esempio delle influenze dei Sabbath. "Flower" è presa invece dall'album "Ultramega OK", il primo della band, del 1988. Violenta e cadenzata, è sicuramente l'apice del primo periodo della loro carriera, insieme a "Loud Love" (dell'album "Louder Than Love"), caratterizzata da una componente musicale strepitosa e da una grande prestazione vocale di Cornell: un capolavoro. Da "Louder Than Love" provengono anche "Hands All Over", simile come struttura a "Loud Love", con un riff di chitarra spettacolare, e "Get On The Snake", particolare per il suo insolito tempo (9/4).
Le successive tre canzoni sono i tre singoli di "Badmotorfinger", del 1991; siamo ancora ancorati a sound tipici dell'heavy metal. "Jesus Christ Pose", pesante e psichedelica, è caratterizzata dagli incredibili acuti di Cornell; "Rusty Cage", che si apre con un riff ottenuto usando un pedale wah-wah come filtro, è concitata e travolgente dall'inizio alla fine; "Outshined" è un pezzo con sonorità un poco più "doom", per poi abbandonarsi in un ritornello più leggero e orecchiabile.
Nel 1994 esce "Superunknown": il loro capolavoro, a detta di molti uno dei migliori album rock degli anni 90. Lo stile dei Soundgarden, allontanandosi dal metal e arricchendosi di una buona dose di psichedelia, diventa quello unico che poi verrà ricordato nel passare del tempo. "Spoonman", suonata in collaborazione con Artist the Spoonman, artista di strada celebre per suonare i cucchiai (lo sentiamo in particolare nell'interludio), è un pezzo cazzuto, hard-rock, con un riff azzeccatissimo; "The Day I Tried To Live" è una ballata infarcita di psichedelia, con acuti paurosi di Cornell (una delle sue migliori prestazioni) e una base di basso meravigliosa. Molto melodiche e più "pop" "Fell On Black Days" e "Black Hole Sun"; la seconda etichettata da molti come la canzone più rappresentativa dei Soungarden, anche se, pur essendo una bella canzone, resta a mio avviso troppo commerciale e sdolcinata.
Dall'ultimo album, "Down On The Upside", l'album del declino, sono stati selezionati i quattro singoli: "Pretty Noose", interpretata interamente in falsetto da Cornell; "Burden In My Hand", ballata molto bella in particolare per la splendida base di batteria; "Blow Up The Outside World", pezzo dalla strofa piuttosto cupa e psichedelica, che finisce per incazzarsi nel ritornello e "Ty Cobb" (primo singolo interamente scritto dal bassista Ben Shepherd, dimostratosi ottimo songwriter a partire da "Superunknown"), canzone completamente fuori di testa, ma non per questo assolutamente geniale. A chiudere questa compilation troviamo "Bleed Together", pezzo inedito, carino ma niente di spettacolare, forse sarebbe servito un pezzo più bello per chiudere la loro gloriosa carriera.
E con questo si chiude "A-Sides", un disco che secondo me è più di una semplice compilation. Con una tracklist scelta magistralmente, è il modo migliore per ripercorrere l'intera carriera dei Soundgarden, magari facendosi prendere da una forte malincona: non avevano davvero più niente da dire nel mondo della musica? Consigliato a tutti (tranne quelli che hanno gli altri album dei Soundgarden): un meraviglioso viaggio psichedelico all'interno della musica rock che fu.
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