Dopo lo scintillante esordio con "Giant Sings the Blues" ed una più che solida riconferma con "Schmaltz", "Brave Faces Everyone" aveva aperto agli Spanish Love Songs le porte di quello che ancora oggi si propone come il più interessante sottoprodotto del punk-rock, qualcosa a metà fra indie-rock e midwestern-emo che fu già pingue terreno per formazioni come The Wonder Years, Bayside e The Mezingers.
Con "No Joy", Slocum e soci virano verso sonorità alleggerite da tinte new-wave anni '80 che riescono a giustapporre ingombranti contenuti lirici a fills strumentali divertenti e synth-forward che fanno venire voglia di ballare e sudare via il dolore.
Ma c'è di più: "Brave Faces Everyone" fu una presentazione per slide degli episodi più significativi fra quelli comuni all'esperienza umana su di una tela ruvida, abrasiva, che catturava e tratteneva i colori restituendo un'immagine d'insieme sgranata, attraverso le cui crepe trovare e riconoscere la propria personalissima espressione del disagio. Di fronte ad una serie di simili diapositive, la cosa più sensata da fare fu raccogliere le forze necessarie per pareggiare a stento contro un mondo sempre più desolante.
Al contrario, " No Joy" ci offre la prospettiva di chi sta provando a conquistare faticosamente una qualunque sorta di pace interiore, la felicità in ciò che si ha.
Potrebbe essere il proprio momento migliore oppure no, ma bisogna sforzarsi di trovarci dentro il motivo per il quale "restare vivi per dispetto".
"Haunted" è un esempio di quanto la band stia funzionando a pieno regime: sintetizzatori naif incorniciano un dipinto che a primo impatto può sembrare triste e miserabile, la cui visione d'insieme racconta invece ben altro:
'Non sei perseguitato, semplicemente ti manca tutto. Non sei un fantasma, quindi smettila di scomparire'.
[...]
'Sarà così tetro per sempre, ma è un modo di vivere'
Si riprende il motivo lirico di "Brave Faces Everyone", in cui il suggerimento era che le cose in realtà non sarebbero state così tetre per sempre.
Sembra che la 'nuova normalità' (perno della precedente uscita) si sia rivelata poco più che una ricalibrazione amaramente deludente di ciò che possiamo aspettarci dalle nostre vite.
Ma c'è speranza, e vibra forte in queste canzoni. Vive nelle relazioni che abbiamo.
Il mondo potrebbe essere andato a puttane per non tornare più come lo conoscevamo, ma ci sono il valore e la profondità sempre presenti negli scambi che abbiamo, nel modo in cui possiamo approcciare le storture con lo stesso sarcasmo di Dylan Slocum, purché si abbia accanto qualcuno che ci comprenda. E nella maggior parte dei casi, questo qualcuno avrà le nostre stesse cicatrici, quindi avrà bisogno anche di noi.
Questo è il tipo di canzoni che chiedono di essere suonate dal vivo, sono sventure sulla vita e inni che affrontano la condizione umana. Entrambi possono essere elevati solo da centinaia di persone che li cantano in perfetto unisono.
Dobbiamo cominciare a parlare degli Spanish Love Songs nella veste che meritano, quella di una delle grandi band alternative moderne.
Non occorre restringere ulteriormente il campo perché semplicemente non è necessario.
Potrebbe non portare gioia di per sé, ma questo disco dà un senso di conforto, comprensione, unità e sì, anche allegria.
Letteralmente o in senso metaforico.
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