Quando guardariamo un film di Kubrick sappiamo già che, a differenza di quanto accade con la quasi totalità della produzione corrente delle majors, ci troviamo di fronte a un'opera complessa e aperta a diverse interpretazioni. Il fatto di essere un film costruito su diversi livelli che si sovrappongono e si stratificano fra loro costituisce già per me un elemento di fascino e il fatto poi che sia un film di Kubrick aumenta ulteriormente la mia attenzione che è attratta non certo dalla trama, ma dalle riflessioni di Kubrick sul tema dell'intreccio esistente fra amore, sesso e passioni umane.   Sì perché "Eyes Wide Shut" è proprio questo: una riflessione sui temi che stanno al centro della maggior parte della produzione artistica dell'uomo da quando ha cominciato a produrre opere d'arte.   Con "Eyes Wide Shut", che significa letteralmente "Occhi Spalancati Chiusi", a mio avviso ci troviamo di fronte al film in assoluto più pornografico sul tema dell'amore. Dove per "pornografico" mi sto riferendo proprio all'etimo della parola, ovvero al descrivere ciò che non si può mostrare perché osceno.   Tento di spiegare meglio questa mia affermazione partendo innanzitutto dal titolo del film: gli occhi sono spalancati su un tema di fronte al quale nella commedia della vita gli occhi prefeririscono starsene ben chiusi. Ovvero, già nel titolo impossibile è contenuta la chiave di lettura del film che mette in mostra l'impossibilità per i protagonisti del film (e qui lascio a voi decidere se ed in che misura vi identifichiate con loro) di concretizzare nella propria quotidianità la dimensione ideale e "romantica" dell'amore.   Kubrick svuota l'erotismo dalle ingerenze dell'io, dall'ingerenza dell'anima sul corpo: ci mostra l'incapacità di qualunque interpretazione psicologica, morale, filosofica o religiosa ad inquadrare in un sistema di convenzioni sociali o culturali il misterioso e complesso intreccio che esiste fra amore, sesso e passioni umane.   Il film si chiude con una frase della protagonista femminile (Alice Harford interpretata da Nicole Kidman) "La cosa che dovremmo fare al più presto è scopare" che a mio avviso è l'intera chiave di lettura del film.   Il reciproco plagio romantico, le reciproche illusioni a cui la coppia si sottopone per trovare un senso "ideale" scompare all'improvviso per lasciare spazio all'unica cosa che sembra avere un senso reale o meglio "fisico": ovvero il sesso.   Con questa frase Kubrick esplicitamente sacrifica l'amore metafisico, sull'altare dell'amore fisico.   Il viaggio psicologico che i protagonisti del film fanno è dentro se stessi: persone che sembrano entrambe "risolte" apparentemente così sicure di sé, così "affermate" nella famiglia e nel lavoro, che si ritrovano improvvisamente sull'orlo di un abisso. L'abisso del proprio vuoto interiore: il vuoto fatto di buio e di assenza di certezze laddove l'unica certezza possibile è che l'uomo (inteso come specie) è un animale non differente da tutti gli altri e, come tale, portato a compiere le proprie azioni per appagare i bisogni della propria fisicità.   L'implicazione immediata del raggiungimento di questa consapevolezza è di sottrarre le azioni umane al dominio della mente sul corpo: l'uomo non è più "sapiens", non è più anima, ma corpo.     Un film capolavoro. Imperdibile.

Carico i commenti...  con calma