Chitarrista inglese noto per il suo lavoro con i Yes e per una lunga carriera solista caratterizzata da brani strumentali e polistrumentismo.

Multi-instrumentista. Nelle recensioni è citato che suona chitarra, basso, percussioni, tastiere, mandolino, koto e flauto; in The Grand Scheme Of Things compaiono anche i figli Dylan (batteria) e Virgil (tastiere). Beginnings ha cover di Roger Dean e collaborazioni citate con Patrick Moraz, Bill Bruford e altri.

Le recensioni raccolte lodano il virtuosismo chitarristico e la varietà compositiva di Steve Howe, pur sottolineando limiti nella vocalità. I dischi analizzati mostrano forte presenza di brani strumentali e influenze progressive. Voto e giudizi tendenzialmente positivi.

Per: appassionati di chitarra, fan del progressive rock e lettori di recensioni musicali

 Posso rivelarvi che questo lavoro è ottimo, ma è penalizzato dalla prestazione vocale piuttosto debole e a tratti inconsistente di Howe, mentre, sarebbe bastato secondo me, inserire un buon cantante per innalzare sensibilmente il risultato creativo e la valutazione dell'opera.

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 Ciò che emerge particolarmente di questo lavoro è la grande ispirazione compositiva che ancora muove il chitarrista al giro di boa della decade -e che lo guiderà ancora fino agli Asia-, l'estrema varietà di ciò che compone, il suo limite dal punto di vista vocale.

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Tu e Steve Howe
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