Penso che parlare del rapporto che ciascuno di noi abbia oppure abbia avuto con la propria madre sia qualcosa difficile per chiunque. Parliamo di qualche cosa che è anche solo difficile da argomentare e spiegare a se stessi prima ancora che agli altri e anche per questa ragione ritengo che 'Carrie & Lowell' (Asthmatic Kitty, 2015) sia stato uno dei dischi più importanti che Sufjan Stevens abbia fatto nella sua carriera e quello in cui riscopriva in qualche maniera se stesso, raccontandosi e raccontando la morte di sua madre avvenuta nel 2012. Una madre che egli sentiva vicina e lontana allo stesso tempo e che a causa di problemi di depressione e schizofrenia, abuso di sostanze, lo aveva abbandonato quando lui era solo un bambino. Un disco che in maniera significativa ha voluto dedicare a lei ed al suo patrigno Lowell, che poi è la persona che lo ha aiutato a mettere in piedi la sua casa di produzione (Ndr. La Asthmatic Kitty.).

'Carrie & Lowell' ha segnato in qualche modo la sua carriera e la sua produzione discografica, intanto perché segnava un suo ritorno sul piano della scrittura delle canzoni alla grandezza toccata in 'Michigan: The Great Lake State' e 'Illinoise'; secondariamente perché finalmente ritornava a scoprirsi e mettersi a nudo dopo tutta una serie di progetti sperimentali ('The Age od Adz', Sisyphus, lo stesso 'Planetarium') più o meno riusciti. Sono così seguiti in maniera quasi inevitabile la pubblicazione del disco live dedicato lo scorso aprile e quella di 'The Greatest Gift', un mixtape contenente outtakes, remix e demo di materiale oggetto delle sedute di registrazione di 'Carrie & Lowell'.

Il disco contiene due versioni di 'Drawn to the Blood', la prima è una versione remixata dallo stesso Sufjan Stevens, la seconda una sua reinterpretrazione del brano con la tecnica del fingerpicking. Ci sono poi il remix di 'Death with Dignity' ad opera di Roberto Carlos Lange aka Helado Negro; quello di 'Exploding Whale' (pubblicata precedentemente in formato 7")) del pianista e produttore Thomas Bartlett aka Doveman; quello di 'Fourth of July' di James McAlister aka 900x. Tre inediti: 'The Greatest Gift', 'The Hidden River of My Life', 'City or Roses'. Versioni demo embrionali di 'John My Beloved' e 'Carrie & Lowell'.

Si oscilla di conseguenza tra registrazioni più minimali e acustiche a quelli che sono momenti rimescolati con una lettura sintetica delle tracce originarie e che aggiunge maggiori suggestioni a canzoni che già nella loro forma originaria erano sicuramente toccanti e contenenti un importante contenuto emozionale. Il risultato finale, pure senza aggiungere forse nulla sul piano qualitativo complessivo rispetto alla versione originale di 'Carrie & Lowell', è comunque quello che considerei come un disco compatto nei suoi contenuti e meritevole di tutte le vostre attenzioni. Nel caso un modo come un altro per avvicinarsi (se ancora non lo avete fatto) a uno degli autori più sensibili - ma anche più celebrati - della sua generazione.

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