Se col precedente “The Besnard Lakes Are The Dark Horse” i quattro canadesi prendevano con precisione la mira, ora, con il nuovo “The Besnard Lakes Are The Roaring Night”, scagliano la loro freccia colpendo il bersaglio al centro. Si, perché la band capitanata dalla coppia Lasek-Goreas ci concede un album preciso e godibilissimo, sin dal primo ascolto.

Le basi rimangono quelle, con un mood generale che attinge alla scena odierna canadese, primi su tutti i New Pornographers. Ma qui si incombe in un mix di diversi sbocchi stilistici: infatti si trova un po’ di tutto; si va dalla psichedelica marchiata di caldo e colorato pop al rock più classico, passando per fluttuazioni shoegaze e dream-pop. Il tutto con un taglio decisamente progressive. Importante sottolineare l’impronta corale, che raggiunge l’apice quando le voci dei due leader si alternano come se volessero confessarsi qualcosa, ma a voce alta.

L’album parte con “Like The Ocean; Like The Innocent”, divisa in due parti: la prima è un incipit più che mai trasognato, la seconda dà già il senso del contenuto, spostandosi da momenti sognanti a squarci rockeggianti. Sin da qui si sente la forte presenza dello shoegaze che va dai Ride e dai Jesus And Mary Chain ai più moderni e “nascosti” Televise. A tal punto ascoltate anche l’infuocata “Glass Printer”. Si raggiungono invece vette dream-pop nella più tranquilla “Chicago Train”, che nel finale si tramuta in una perla pop intensissima. Composizione simile nella successiva “Albatross” (il singolo estratto), bellissima la vagante voce di Olga, accompagnata da un sound che si rifà alla Gran Bretagna più dream e shoegaze. Unico momento a mio avviso più appassito è l’ibrido tra country-rock e tradizionale psichedelica di “The Living Skies”, con un assolo di chitarra molto “classic”. Vicinissimi i Pink Floyd nelle successive “And This Is What We Call Progress” e “Light Up The Night”, quest’ultima, romanticissima, risulta indubbiamente un cavallo di battaglia dei Nostri. Si chiudono i battenti con la più silenziosa litania di “The Lonely Moan”.

Che dire, con quest’uscita i Besnard Lakes firmano dignitosamente il proprio sound. Consigliato caldamente, perché questo è un disco di quelli belli per davvero.

Voto: 8/10

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