I più storceranno il naso quando il 13 novembre avranno l'opportunità di ascoltare questo nuovissimo lavoro dei Dillinger Escape Plan rilasciato a 3 anni di distanza dal buon seppur non ottimo "Miss Machine".
Lasciando da parte l'esperimento (piuttosto commerciale... mi duole ammetterlo...) di "Plagiarism", un'esclusiva solo per i fruitori di i-tunes contente varie cover e qualche chicca live, "Ire Works" (così che si chiama il nuovo disco) vedrà la luce, come già detto, il 13 novembre ancora sotto Relapse Records, nonostante gli ultimi disguidi.
Come già accennato molti, probabilmente moltissimi fan della band non ameranno questo nuovo disco magari troppo melodico e/o troppo elettronico ma credo sia una naturale evoluzione sia del lavoro svolto con quel geniaccio di Patton sia con "Plagiarism" appunto dove Greg Puciato e soci hanno potuto constatare di saper suonare anche musica meno aggressiva e meno rabbiosa e il muscoloso singer si è dilettato in falsetti dai risultati piuttosto imbarazzanti (vedesi la cover del pezzo di Justin Timberlake di cui non ricordo neanche il nome a dir la verità...).
Secondo il mio modesto parere l'album ha tutto. E' aggressivo e dolce, schizofrenico e melodico. Si inizia subito sulla scia di "Calculating Infinity"... "Fix Your Face" non a caso è il primo singolo che vede la partecipazione nientepopodimeno che di Dimitri Minakasis, cantante degli esordi dei DEP. Segue un'altra mazzata sui denti qual è "Lurch" e poi ecco la prima sorpresa: una canzone cantata perlopiù in falsetto (...Plagiarism docet), senza neanche un'urletto... stiamo parlando di "Black Bubblegum". Subito dopo "Sick On Sunday", pezzo elettronico e "rumoroso" che verso i tre quarti di canzone fa spazio alla voce (ancora in falsetto,si...) di Puciato.
Poi, a mio avviso, il meglio dell'album. Il trio "When Acting as a Particle", "Nong Eye Gong" e "When Actins as a Wave", della durata ciascuna di pocopiù di un minuto sono rispettivamente, una strumentale molto elettronica, una perla completamente urlata che riprende lo stesso ritmo ma in puro Dillinger Escape Plan style e un'altra strumentale molto ben suonata (questa volta non elettronica...). Dopo "82588", il pezzo migliore (prossimo singolo?) dell'intero lavoro è "Milk Lizard", che prima ti aggredisce fino allo sfinimento poi ti sorprende con una parte melodica che nel finale diventa quasi emozionante. Veramente bellissima.
Altro giro altra corsa...
"Party Smasher" dura circa un minuto e mezzo, giusto il tempo di ricordarci con chi abbiamo a che fare e poi si giunge a "Dead as History", pezzo abbastanza lungo introdotto da un misto elettronico/spagnoleggiante di due minuti che prende piede poi con la voce del cantante ancora una volta molto melodica... "Horse Hunter" vede la partecipazione di Bret Hinds dei Mastodon... Infine tutto si chiude con "Mouth of Ghosts", anch'essa piuttosto lunga con un intermezzo al pianoforte un po' progressive...
Se tutto ciò sia frutto solo di un'evoluzione naturale oppure no questo non ci è dato saperlo fatto sta che per il sottoscritto è una delle migliori uscite del 2007.
Semplicemente strepitosi.
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