Millenovecentosessantasette.

L'era psichedelica, variopinta e febbrile Summer Of Love pregna di sperimentalismi, colori e distorte sonorità, raggiunge il suo roboante apogeo.

Distanti dai rumorosi ed "elettrici" fasti d'oltreoceano e novelli "propugnatori" di Jules Verne e dei suoi rinomati Voyages Extraordinaire, gli scozzesi e polistrumentisti Robin Williamson e Mike Heron meglio noti come Incredible String Band, sono fautori di un folk anomalo, bislacco, abbondantemente acido e freak.

L'esordio dell'ensemble avviene (con l'omonimo album) in sordina, sommessamente.

Poi, la proverbiale svolta.

Turning point.

Parossismo creativo, fulgido paradigma artistico e vivido manifesto del movimento hippie britannico, "5000 Spirits Or The Layers Of The Onion" meraviglia e incanta per la sua "freschezza", spontaneità ed originalità.

Eccentrico, bizzarro e dalle variegate influenze, il secondo lavoro dello stravagante duo, variopinto itinerario intorno al mondo intriso di spezie orientali e dai sapori acido-lisergici, rivela un affresco sonoro modellato e marcatamente contaminato da sonorità, usi e costumi, folclore globali.

World Music ante-litteram.

I due poliedrici trobadours scozzesi amalgamano egregiamente elegiache litanie, danze medievali, impalpabile psichedelia ed esoteriche percezioni in un'opera unica e foriera di magiche sensazioni.

Bucoliche ballate dall'incedere sghembo e incerto, sovente simili a filastrocche dalle tinte naif ("Little Cloud", "The Hedgehog's Song"), e dal retrogusto decisamente grottesco ("Painting Box", "No Sleep Blues") sono splendidamente fregiate da surreali liriche e speziati ricami ottenuti con strumenti provenienti dalle più disparate culture.

Sitar, tamboura, gimbri e oud tratteggiano, saturi di esotici sapori, evanescenti e vespertini paesaggi, enigmatici territori e rarefatte atmosfere ("The Mad Hatter's Song", "Gently Tender").

Percussioni dal suono tribale, caldo e spensierato si sposano prodigiosamente con gli spumeggianti e briosi umori che pennellano l'intera opera.

Esuberante celebrazione della vita, iridescente collage sonoro e ricettacolo di deliranti visioni e spirituali meditazioni ("My Name Is Death"), "5000 Spirits Or The Layers Of The Onion" affascina ed ammalia; Non solo tragitto artistico, ricerca ed apertura verso lontani popoli ed arcane tradizioni ma comprensione della profonda ed insondabile dimensione umana.

Un'opera senza tempo

Carico i commenti... con calma