Sabato mattina. Piove a dirotto. Sono nel mio fidato negozio di dischi per comprare qualcosa, ma oggi non mi piace proprio niente. Sono sul punto di arrendermi e tornare a casa a mani vuote, quando una copertina con effetto seppia colpisce la mia attenzione. Un ragazzo con i dreadlocks e una chitarra acustica seduto in una specie di baracca mi sta dicendo qualcosa. Sul retro del cd lo stesso ragazzo in compagnia di un batterista e di un contrabbassista nella stessa baracca mi dicono insieme di comprare il cd. E io non me lo faccio dire due volte.

Non ho la più pallida idea di chi sia "The John Butler Trio", ma corro in macchina eccitato come un bambino con un giocattolo nuovo e inserisco il cd nell'autoradio.

Una chitarra acustica non troppo distorta mi introduce con un leggero fraseggio "Treat Yo Mama". I tre ragazzi sanno mettere l'ascoltatore a suo agio come un letto appena fatto alla fine di una dura giornata, e senza accorgermene mi ritrovo a dondolare la testa a ritmo. Decido di allungare un po' la strada per passare un po' di tempo con i miei nuovi amici.

Il fingerpicking della chitarra acustica è molto intimista nelle tracce più lente, sembra quasi che non voglia disturbare troppo, ma cambia natura nei pezzi ritmati dell'album, dove riesce perfettamente a completare i morbidi tappeti sonori che Shannon Birchall sa tessere con l'archetto sul suo contrabbasso, completandoli nella loro ritmica tribale senza mai sovrapporsi a loro.

Continuo l'ascolto e un arrangiamento sottile di archi mi avvolge come leggero velo di seta. Non ce la faccio più, accosto e apro il booklet. "What You Want" è il titolo, e mentre leggo, man mano realizzo la bellezza di quello che sto ascoltando, e mi accorgo di ridere da solo.

Riparto. Fuori piove ancora a dirotto, ma non me ne curo, perchè il mio piccolo "mondo privato" adesso è solleticato da una lieve brezza di gentili giri di chitarra, e la mia attenzione è loro prigioniera. Un accompagnamento di basso dal sapore reggae e il particolarissimo timbro di voce di Butler, che sembra fatto apposta per scaldare il cuore, mi fanno scoprire la spensieratezza di "Zebra". Nicky Bomba si destreggia sapientemente tra le pelli e i piatti della sua batteria per introdurre quello che più che un solo di chitarra con wah-wah potrebbe essere descritto come la felicità fatta a musica. Mi fermo per far attraversare un vecchietto sotto l'ombrello, che mi guarda un po' storto. Sto ridendo di nuovo da solo.

Ok, basta! Devo tornare a casa per poter godere della mia nuova scoperta con più intimità. Riparto. C'è ancora il tempo per un brano strumentale dove riesco ad apprezzare appieno la tecnica dei tre, che qui regalano un momento veramente alto all'interno dell'album, dove riescono a plasmare i loro strumenti fino a farli suonare come una cosa sola.

Finalmente arrivo a casa.

Premo eject, ripongo il mio nuovo tesoro, 'Sunrise Over Sea', nella custodia. Guardo fuori dal finestrino, piove ancora, ma non mi importa più.

Ora ho il mio sole personale a illuminare la mia giornata.

Carico i commenti... con calma