Bentornati Killers!

Dopo il successo di 'Hot Fuss' datato 2004 ecco uscire l'attesissimo secondo album dei quattro ragazzi di Las Vegas: 'Sam's Town'. Al primo ascolto si intuisce che questo non è album che entrerà nella storia ma è difficile non promuovere quattro giovani nati nella città più "americana" degli Stati Uniti che non si sono buttati su generi più autoctoni e vendibili come punk-country-grunge.

I Killers confermano al 90% la formula che li ha resi celebri: l'indie rock con richiami agli anni '80. Buono l'inizio: 'Sam's Town', la canzone che porta il titolo dell'album, è un bel pezzo che mostra subito un utilizzo più insistito dei cori rispetto a 'Hot Fuss' che caratterizzerà tutto l'album. Si prosegue col singolo "When you were young", ottima hit in rappresentanza di tutto il lavoro. Tra le migliori canzoni da segnalare anche "Bones", allegra e divertente grazie all'utilizzo delle trombe e "Read My Mind" che sembra uscita direttamente dagli anni '80.

Le altre tracce spiccano meno ma son tutte di buon livello: "The river is wild", da ascoltare ad altissimo volume perché Brandon Flowers tenta di tirar fuori la voce; "Uncle Johnny", un po' ripetitiva ma dal ritmo incalzante; la vellutata "Why do I keep counting", che chiuderebbe l'album se non fosse per due eccellenti bonus track: "Where the white boys dance", molto elettronica e ballabile e "All the pretty faces", molto più rock.

Conlusione: 'Sam's Town' risulta essere un bell'album da ascoltare, i quattro del Nevada ancora una volta riescono a non cadere nella banalità senza però ghettizzarsi in generi di nicchia. Forse non saranno ancora consacrati a maestri della musica ma se continueranno a produrre buoni lavori inizieremo a tenerli in considerazione come una tra le migliori band pop-rock in circolazione.

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