I contenuti di questo disco sono esattamente quelli che ci si aspetterebbe di ritrovare leggendo il nome del gruppo (facciamo "collettivo"): questo potrebbe già da subito tagliare fuori una buona fetta di potenziali ascoltatori. Non si può certo negare che i contenuti di "BooCheeMish" non siano in effetti qualche cosa di tipo convenzionale oppure "pop". Eppure se storicamente il collettivo The Mystery of the Bulgarian Voices ha richiamato attenzioni anche nella scena rock anche a livelli più "alternative" (diciamo nel senso moderna della definizione) delle ragioni ci devono essere e queste le possiamo ritrovare in tentativi di ricerca e avanguardia minimalista sperimentati da diversi musicisti e che in questa immersione nella tradizione folkloristica bulgara trovano soddisfazione in accompagnamenti acustici minimali con strumenti a corda e percussioni e dove domani il ruolo centrale, imperioso delle voci e dei cori e dove ogni singolo interprete si erge sugli altri padroneggiando una propria tecnica di canto peculiare.

La genesi di questa produzione arriva da lontano. L'interesse della 4AD Records risale a tempi lontani, addirittura alla fine degli anni ottanta quando il fondatore Ivo Watts-Russell fu introdotto all'ascolto da parte di Peter Murphy e si diede subito da fare per pubblicare due LP a titolo di "antologia". Per la prima volta dopo trent'anni oggi il coro è rientrato in studio per registrare nuovo materiale e l'operazione è avvenuta di nuovo sotto l'egida della 4AD (sebbene la distribuzione del disco sia su Prophecy Recordings) ci troviamo come performer e autrice d'eccezione un altro dei "pezzi grossi" della label britannica, cioè Lisa Gerrard dei Dead Can Dance: "Pora Sotunda" (il singolo che ha anticipato l'uscita dell'album), "Mani Yanni", "Unison", "Shandai Ya" sono tracce in cui il suo grande merito - va detto - sta proprio nel prestarsi alla collaborazione con il coro e a non cercare in nessun modo di snaturarne la forma originale. Le quattro tracce richiamate sono perfettamente incastonate nel complesso dell'album e ascoltandolo tutto di seguito, queste non costituiscono sicuramente qualche strano "salto" e che sarebbe stato un vero e proprio delitto imperdonabile.

"Le Mystére De Vois Bulgares" è un progetto che nasce in verità nei lontani anni '50 come coro femminile bulgaro di Stato e che lavorava per le registrazioni e diffusioni di canzoni popolari alla radio e poi successivamente alla televisione. Fu il producer svizzero Marcel Cellier per primo a sdoganare a livello internazionale il coro, che poi nel 1990 fu acnhe premiato con un Grammy Award. Curiosamente il coro è conosciuto in Italia grazie al popolare gruppo Elio e le storie tese che riprese un brano in un famoso pezzo del disco "Italian, Rum Casusu Cikti": la rappresentazione parodistica di un caso di spionaggio internazionale con l'importazione clandestina di "Ramaya" di Afric Simone in Bulgaria. In quella occasione ci fu veramente un mitico incontro a Monaco di Baviera tra Rocco Tanica e la direttrice del coro Dora Hristova, accompagnata dal responsabile politico. Del resto le "voci bulgare" erano già nel mito da anni: Elio e le storie tese ci arrivarono perché ispirati dalla devozione di Frank Zappa che fu solo uno dei tanti cultori tra gli anni di questi vocalismi da brivido e che più che ancestrali, definirei quasi "ecclesiastici", di una ritualità monarcale e che evidentemente affonda le sue radici nel medioevo. Non mi ci strappo i capelli come nel caso di "Tana" del collettivo albanese Saz'iso (Glitterbeat) ma vale la pena di farselo questo giro sui balcani.

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