Penso di poter affermare senza remore che da quando li ho scoperti, purtroppo solo tre anni fa (grazie al consiglio di una de-amica) gli americani THE NATIONAL siano diventati in assoluto il gruppo preferito dei miei ascolti recenti, in modo immediato e fulmineo, sia per la loro evidente connotazione di musicisti di qualità, sia per le caratteristiche più evidenti già dal primo ascolto.

Ora, a distanza di tre anni dal precedente, sono tornati con il loro sesto e nuovo lavoro, un album dal titolo come sempre emblematico “Trouble Will  Find Me”, ancora per la 4AD (non si smentisce mai).

Sì perché passa il tempo, cambiano i singoli e in parte le sonorità ma non lo spirito decadente del gruppo, le atmosfere cupe, lievemente dark proprio nel senso stretto, con quell’attenzione al sound retro rivisitato in chiave moderna e quel senso di inevitabilità che permea ogni loro brano.

Eppure qualche cosa è cambiato.

Nonostante di fondo resti la drammaticità della singola parola, del pensiero e della melodia, in qualche misura tale drammaticità è lievemente stemperata rispetto ai loro precedenti lavori, pur rimanendo coerenti alla loro linea musicale e filosofica, per così dire.
Ma non mi sento di definire tale linea più commerciale rispetto al passato né posso parlare di maggiore e inaspettata solarità.

Come si può cambiare restando coerenti e fedeli alle proprie origini?
Come si può restare una band moderna, fedele alla più pura new wave, ancora tanto simile a band icone del tempo che fu (di nuovo i Joy Division?) eppure tanto diversi sia nei suoni che nelle intenzioni?
La loro alchimia è per me inspiegabile ma attecchisce e funziona, e su di me lo fa come cemento a presa rapida.

Non c’è mai una sbavatura, né nella voce baritonale di Matt Berninger che ancora arriva dritta allo stomaco con dolcezza e forza, né negli arrangiamenti fedeli ad una cultura musicale con cui sono cresciuta,  né nei testi sempre intimisti e profondissimi.
Eppure sono così attuali ed innovativi nel loro modo di riproporre la new wave che oggi chiamiamo Indie rock, nel cantarci le loro ballate folk che definiamo dark, nel rivisitare un rock decadente rendendolo contemporaneo.

Ho aspettato questo cd per tre lunghi anni, ed oggi è nel mio lettore e nel mio Ipod a rotazione continua.
Averne di musica così nel 2013, averne ancora e ancora…….

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