Il 1967 verrà ricordato come uno tra gli anni più innovativi e propositivi di tutta la storia della musica contemporanea. In quegli anni era in atto una vera e propria rivoluzione culturale, e il modo di concepire le sette note si stava adattando di pari passo: in quell'anno di grazia i Pink Floyd avrebbero iniziato a muovere i primi passi dopo tanta gavetta nei club underground d'Inghilterra, mentre i The Doors del leggendario Jim Morrison avrebbero spalancato le porte di una nuova concezione musicale al mondo intero. Nel frattempo, nel fitto sottobosco inglese, un gruppo volenteroso e ambizioso s'accingeva a destreggiarsi nel flusso musicale di quel periodo, dove galleggiavano acidi, armonie psichedeliche ed innovazioni a non finire: spesso dimenticati dalla massa, quel complesso faceva inconsapevolmente parte di tutta la schiera di gruppi che avrebbero influenzato il rock a venire.

Stiamo parlando dei The Nice, principalmente conosciuti per esser stati il gruppo che ha portato al successo Keith Emerson, uno tra i tastieristi più rappresentativi di tutta la storia della musica del '900: il complesso nasce come semplice gruppo d'accompagnamento della cantante americana P.P. Arnold, per poi distaccarsi da essa ed assumere una forma del tutto autonoma, seminando subito una terra che avrebbe regalato frutti multiformi e dai mille colori. Il gruppo era completato dalla presenza di David O'List alla chitarra, di Lee Jackson al basso e di Brian Davison alla batteria. Il quartetto comincia ad acquisire una sostanziosa fetta di notorietà soprattutto in chiave live, dove i virtuosismi e il carisma di Emerson offuscheranno la validità dei restanti componenti dei Nice: la passione del tastierista per la musica classica viene riversata nella musica del gruppo con una serie di rivisitazioni torrenziali di classici come Bach e Sibelius, che fluiranno in forma "consumistica" nell'opera prima della band, The Thoughts Of Emerlist Davjack (1967, Immediate Records).

Il significato dello pseudonimo di Emerlist Davjack va semplicemente ricercato nella fusione dei cognomi dei musicisti, come una sorta di anima unificata che va ad agire in un modus operandi unico e inscindibile, evidenziato anche dall'involucro di plastica che unisce i quattro membri della band: in realtà questo "unicum" vedrà formarsi le sue prime "crepe" già in questo LP d'esordio, ma ne parleremo più avanti. L'album è pervaso da atmosfere prevalentemente romantiche, sognanti e spensierate, tra re mistici in terre magiche (Flower King Of Flies), e riferimenti a figure carnevalesche come Arlecchino e Colombina (The Cry Of Eugene, forse il pezzo più riuscito di tutto il lotto); non mancano neanche momenti puramente psichedelici come nell'ansimante Dawn, mentre gli sfrenati rockabilly Bonnie K e Tantalising Maggie verranno contornati dal gusto classico delle solite tastiere di Emerson; ma i due brani simbolo che metteranno in risalto le vere ambizioni del carismatico tastierista rispondo al nome di Rondo e War And Peace. Il primo rappresenta un riadattamento del classico di Dave Brubeck, Blue Rondo A La Turk, dove il tutto acquisisce un'atmosfera rock e classicheggiante allo stesso tempo, diventando "lo standard dello standard" (Le Orme rieseguiranno il pezzo alla stessa maniera dei Nice): Rondo, che contiene anche un breve frammento della Toccata e Fuga in D Minore di Bach, verrà umanamente considerato tra i primi "classici" del Progressive Rock britannico, per complessità ritmiche e gusto musicale, mentre l'altro pezzo strumentale dell'LP, War And Peace, mette in mostra le abilità del resto della band.

Dopo questo folgorante esordio, annoverato tra i primi dischi prog in buona compagnia con Days Of Future Passed dei Moody Blues, i Nice proveranno a ripetersi con l'articolato Ars Longa Vita Brevis, quando la band era ormai orfana di O'List: l'ingombrante figura di Emerson comincerà ad influenzare le produzioni future, e dopo l'album omonimo, il live Five Bridges e il postumo Elegy, la band si scioglierà definitivamente, ed ogni elemento prenderà vie differenti. Emerson comporrà con Greg Lake e Carl Palmer il celebre supertrio, ed otterrà un successo decisamente superiore rispetto agli ex colleghi (Jackson fonderà i Jackson Heights che rivisiteranno anche The Cry Of Eugene, mentre Davison si riunirà a Jackson dopo la parentesi sfortunata con gli Every Which Way).

The Thoughts Of Emerlist Davjack è un prodotto assolutamente imprescindibile per i fan del Progressive britannico e degli Emerson, Lake & Palmer, soprattutto per il suo valore seminale.

Carico i commenti... con calma