Ok, lo so. "Let It Bleed" è già stato commentato. D'accordo, va bene. Non agitatevi, state calmi, va tutto bene. In fondo, recensire i Rolling Stones (i quattro simpatici vecchietti anglosassoni che cantano e suonano molto meglio di tanti ventenni pseudo artisti di bassa lega e, ahimè, immenso successo: vi dicono niente i Blue?) è sempre fonte di piacere e godimento.
Premesso che oggi questi quattro vecchietti arzilli e tenaci hanno inevitabilmente perso mordente e in parte genialità (il loro ultimo album, "A Bigger Bang", non è né un granché né un chissà cosa), e che forse, musicalmente, il loro ultimo grande album è "It's only rock'n roll" datato 1974, non posso dire di non amarli o di non averli amati. "Let It Bleed" è datato 1969 e rappresenta una sorta di spartiacque tra le sonorità vibranti di "Satisfaction" e quelle più complesse e armoniose di "Angie".
"Let It Bleed" è un capolavoro, forse è il miglior album dei Rolling Stones (sicuramente il più complesso sia musicalmente sia vocalmente) e si compone di sole sei canzoni. Tra una schitarrata di Keith Richards e un urlaccio finto perbenista di quel diavolaccio di Jagger "Let It Bleed" ti trafigge il cuore e ti smembra il cervello. I Rolling Stones, inumani musicisti scesi dal Cielo (o forse dall'Inferno) per sconvolgere il nostro rigore e la nostra banalissima quotidianità, scelgono di colpire duro e lasciare il segno: chitarre caldissime, strilli potentissimi, rullate di tamburi ferocissime, giri di basso da capogiro. I quattro assatanati di Gran Bretagna frantumano, in un sol colpo, certezze e fantasticherie di metà Novecento: un potente gesto di ribellione contro l'austera mediocrità di tanti finti rivoluzionari (vedi ad esempio Jefferson Airplane).
"Let It Bleed" è epocale quanto magniloquente. Avete mai provato un brivido lungo la spina dorsale dopo l'ennesimo ascolto di "Monkey Man"? Avete mai ballato, (o forse danzato), sulle note martellanti e vibranti di "Gimme Shelter"? E non venitemi a raccontare che "Streets of Love" è meglio di "Let It Bleed"!
Degna di nota la furbissima trovata commerciale che gli Stones attuarono per agevolare l'uscita dell'album: in Gb i Beatles avevano appena immesso sul mercato discografico "Let It Be" (tradotto "Lascia che sia"), i Rolling, per sfruttare il successo del disco beatlesiano, decisero di rispondere ai quattro scarafaggi di Liverpool con "Let It Bleed" (tradotto "Lascia che sanguini"). Provocazione o furbizia commerciale?
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