I Rolling Stones non sono il mio gruppo favorito: nella loro formazione migliore (quella con Mick Taylor) sarebbero intorno al 10 posto, fra quelli che piu' ascolto.

Però sono senz' altro quello che ascolto da più tempo: insomma, il primo amore non si dimentica mai!

E quindi, ora che se ne torna a parlare, sia , pur troppo, per la perdita di Charlie Watts, che per l' incontro coi Maneskin (gruppo italiano del momento), ho pensato di recensirne qualche disco: un po' per avere l' occasione di riascoltarli, un po', spero, per aiutare qualche amico piu' giovane che vorrebbe approfondire la loro conoscenza, ma si vede un po' perso al cospetto della loro vasta produzione (in realtà il loro periodo migliore è relativamente breve).

Perchè cominciare proprio con "Their Satanics Majesties Request", disco stroncato dalla critica, ripudiato dagli stessi Stones, e nemmeno con la mia formazione preferita?

Beh, per motivi sentimentali (è stato, tra l' altro, il primo LP che ho comprato), perchè un esempio unico nella produzione del gruppo britannico, ma soprattutto perche' emblematico di un periodo in cui tutti il Rock si stava evolvendo da fenomeno di puro intrattenimento a fenomeno con velleità artistiche. Parlo di velleita' perche' tutto iniziò per seguire una moda: la Psichedelia. Però questa moda era impegnativa: si richiedevano strumenti piu' costosi, si usavano effetti elettronici sempre più sofisticati, erano richiesti arrangiamenti complessi con intere sezioni orchestrali, la durata dei brani era magggiore etc. Inoltre la musica psichedelica presupponeva un maggior coninvolgimento dell' ascoltatore: qundi maggior importanza ai concerti dal vivo, insieme alla necessita' di replicare abbastanza fedelmente dal vivo quello che si era creato in studio.

Nacquero cosi i generi evoluti del Rock: Progressive, Hard Rock, Heavy Metal, Jazz Rock etc. Ma molti furono i gruppi che preferirorno tornare alle origini: al Blues, magari arricchito con nuovi elementi, presi dal Folk, dal Country, dalla World Music. Fra questi appunto i nostri amici Rolling Stones.

In "Their Satanics Majesties Request", proprio per inserire le sperimentazioni suggerite dalla moda psichedelica, viene dato ampio spazio a Brian Jones: il polistrumentista, alla perenne ricerca di un suo ruolo all' interno del gruppo, qui riesce a dare il suo contributto personale più signifcativo (sarà l'ultima volta, poi finirà per estromettersi da solo dal progetto di cui era stato uno dei fondatori).

Anche Bill Wyman avrà l' occasione (unica) per dare un contributo come musicista a 360 gradi: dopo tornerà a limitarsi (si fa per dire) al suo ruolo di bassista.

Ma, malgrado questi elementi di unicità, in alcune traccie del vinile si riconosce comunque inconfondibile il “sound” degli Stones delle origini: mi riferisco soprattutto a “Citadel” e “2000 Light Years from Home” (che rimarrà per anni nella scaletta dei concerti dal vivo). In altri brani, poi, sono inseriti elementi folk e country, che saranno poi maggiormente presenti nel successivo album “Beggars Banquet”: mi riferisco a “2000 Man” (di cui verrà fatta una cover dai Kiss), “The Lantern” e “Gomper”.

Da segnalare, in fine, “She's a Rainbow” per l'uso del mellotron, suonato da Brian Jones, la parte di piano eseguita da Nicky Hopkins e l' arrangiamento degli archi di John Paul Jones, futuro bassista e tstierista dei Led Zeppelin.



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