Pochi giorni orsono stavo pensando al numero di recensioni che ho scritto nella mia carriera di attento ascoltatore musicale. Tra Debaser, altri siti, fanzine varie che ho frequentato nella trascorsa ed ormai lontanissima gioventù (sonica) credo di aver superato la quota di seicento. Un bel numerello ed è motivo di personale orgoglio tutto ciò.

Questa introduzione per farvi capire ancora una volta, credo di aver già toccato l'argomento in precedenza, la mia sempre presente "difficoltà" nel parlare di dischi e soprattutto personaggi che costituiscono i pilastri fondamentali dei miei molteplici ascolti. Matt Johnson ed i suoi The The appartengono a questa ristretta categoria. Da settimane avevo in mente come mettere per iscritto NakedSelf (si scrive così senza spazi come appare chiaramente nella copertina del lavoro) ma mi mancava quel coraggio per dare il via alla ennesima pagina debaseriana. Poi d'improvviso ieri ho avuto la classica folgorazione; e come spessissimo accade in queste occasioni sono state le mie montagne, le mie solitarie escursioni a fornirmi quella spinta così agognata.

Sono salito alla Cima del Verosso, quota 2444 metri, nella amatissima Alta Val Bognanco; un'ascesa dura, impervia, a tratti difficoltosa per via del dislivello che ho dovuto superare. Tratti esposti in cresta, un fastidioso ed insidioso vento da nord a complicare la mia lunga ascesa. Con un tratto attrezzato ed una corda fissa sulla quale aggrapparsi per superare la parte più pericolosa del tragitto; tenendo a bada le mie ataviche paure soffrendo da sempre di vertigini. Poi infine, dopo un ultimo tratto percorso su instabili pietraie eccomi in vetta. La luce, la visione paradisiaca che solo chi conosce la montagna può capire. Dopo le paure, il buio ed i pericoli dell'ascesa sono stato travolto dalla bellezza infinita di questi luoghi, cosi silenziosi ed imponenti.

La copertina di NakedSelf ricalca perfettamente le sensazioni che ieri ho provato. Una tenue ma preziosa luce che cerca di resistere, di tener testa alla densa oscurità opprimente che tutt'attorno domina. E' l'ultimo disco della band ed è il primo nel quale non compare, nell'immagine della copertina, un volto, un viso umano od animale. Scelta casuale quella del leader dei The The? A parer mio no.

Non è un momento facile per Matt; da circa sette anni, a parte un disco di cover di Hank Williams, ha scelto il silenzio. Le case discografiche lo hanno scaricato in malo modo a causa del suo scontroso carattere e dei suoi testi a dir poco caustici; anche il fidato Johnny Marr ha lasciato il posto da titolare alla chitarra; una sei corde preziosa e produttiva come era avvenuto nei precedenti capolavori Dusk e Mind Bomb. A fatica prova a rimettere in piedi la band e la positiva svolta viene fornita dalla label Nothing Records di Trent Reznor che si prende in carico il progetto discografico.

Poco cambia nell'approccio musicale di Matt; ballate Pop-Rock-Soul taglienti, grintose; non mancano la leggerezza, la pacatezza, le morbide e sognanti atmosfere. Un lavoro di contrasti di brani diametralmente opposti a livello di suoni e sonorità. C'è anche spazio per la durezza molto vicina al Punk (del resto Matt e cresciuto nella Londra di fine anni settanta) delle travolgenti e spiazzanti "Voidy Numbness" e "Salt Water".

Le atmosfere claustrofobiche, dai nemmeno troppo nascosti umori e rumori industriali, dell'iniziale "Boiling Point"; l'agrodolce incedere della successiva "Shrunken Man". La sensibilità Pop che si può dedurre nell'ascolto di "The Whisperers" (con tanto di falsetto) e di "December Sunlight". L'iridescente e leggiadra "Soul Catcher"; l'ossessiva ed ipnotica "Global Eyes" che emana profumi di Black e Soul così tanto cari a Matt.

Di alienazione, di squallore urbano, di corruzione vanno ad occuparsi gli abituali ed offensivi testi.

Il lavoro esce nei primi mesi del 2000; da qui Matt sparirà ancora dalla circolazione, producendo soltanto in tutti questi anni qualche colonna sonora. Fino al suo inaspettato ritorno concertistico avvenuto in questo ultimo periodo. Che possa ciò essere il preludio di un nuovo disco dopo quasi vent'anni?

Sono uno dei primi a sperarlo.

Ad Maiora.

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