Io sto bene, io sto male cantava qualcuno. C’è una sottile linea tra i due stati d’animo, e qualcuno potrebbe giustamente obbiettare: è una formalità. Certo quando hai 38 di febbre la linea diventa irrimediabilmente più marcata.

Quando stai male o male male ma sai di poter contare su qualcuno o qualcosa per lenire il dolore la questione cambia. 


The War on Drugs è una band formatasi nel lontano 2005 ma con soli 3 album all’attivo. Quest’ultimo lavoro può essere il giusto trampolino di lancio per scoprirli e farvi del bene. Se amate la serenità d’animo che contraddistingue il rock degli Wilco siete negli spartiti giusti. Lunghe ballate dal sapore squisitamente american roots e chitarre posticcie unite a ritmiche proto-blues dominano vaste scenografie shoegazing.

L’uomo dietro la macchina del tempo si chiama Adam Granduciel e la sua voce, pur rimandando al buon vecchio Tweedy riesce a rimanere più distaccata lasciando che gli strumenti emergano di più, tutto a favore di maggiore intimità e immersione nelle melodie. Queste ultime subiscono il fascino di dolci manti synth squisitamente miscelati a delay di chitarre affette da una raucedine secolare. Vi capiterà così di volare col tempo lasciandovi trasportare da canzoni che durano 7 minuti ma che sembrano solo l’assaggio di un qualcosa di più grande, più grande dell’emozione, che vada oltre al sentimento, per posarsi lieve sul vostro cuore curandovi ogni possibile male.

Questo è il bene, ne sono certo.

Carico i commenti... con calma