"Il più grande live della storia della musica..."
Toc, toc.
"Sì, chi bussa?"
"Sono un editore. Mi chiamo Antonio Gelli"
"E che vuole a quest'ora?"
"Vorrei farle una domanda... Scusi l'ora"
Apro la porta.
"Prego, mi dica"
"Posso entrare?"
"Sì, prego, s'accomodi"
"Mi scusi sa, stavo cercando un tale Marco Poletti. Ho letto alcune sue cose su Internet, e dovrei incontrarlo perchè mi sembra proprio una persona strana"
"Strana in che senso?"
"Strana, strana... Scrive di musica, ma secondo me ne sa veramente poco. Vorrei proporgli un contratto per un libro comico. Ho già in mente il titolo: "Tutto quello che non sapevate e non dovevate sapere raccontato da uno che non sa e che fa finta di sapere"
"Un pò contorto come titolo, però carino..."
"Già... Comunque lo conosce questo pirla?"
"In che senso pirla?"
"Ma sì, è un pirla... Non capisce niente di musica: pensi che crede che Nico sia un uomo"
"Un uomo? Aaahh... ma no, ehm..., è una donna"
"Già, e sa cosa pensa dei Velvet Underground?"
"No, che pensa?"
"Che abbiano inventato l'hard rock! Capisce? L'hard rock!"
"Divertente... Vuole un caffè?"
"Sì, grazie. Senza zucchero"
Mi alzo, vado in cucina, preparo il caffè.
Ritorno in sala.
"Eccomi col caffè, allora, che mi stava dicendo?"
"Ah sì, scusi... In confidenza, sto Poletti, Pirletti, come si chiama, è un coglione, mi passi il termine, ma di musica non capisce una benedetta minchia. Pensi che ha fatto una gaffe clamorosa su "Let it bleed" dei Rolling Stones..."
"Ah sì, e che ha fatto?"
"Ha detto che il disco è composto solo da 6 brani! 6 brani, aaaah, non resisto, aaahhh..."
"Ehm... Buono il caffè?"
"Sì, sì buono..."
"E, mi dica, ehm... sì, ..., brutto tempo oggi eh?"
"Sì, sì... sa cosa ha avuto il coraggio di scrivere: che uno dei primi dischi di Vasco Rossi era un capolavoro"
"Noooooooo, Vasco Rossi!"
"Sì, sto Poletti è veramente un pirla, anzi, come si dice a Milano, le un bel pistola"
"Già, un pistola!"
"E poi deve leggere cosa ha scritto sugli Articolo 31: veramente delle cagate colossali, e la gente lo riempiva di insulti. Sa che ha stroncato persino i Queen? Ma dico, mi dica, ma si può essere veramente più dementi?"
"No, non si può"
"Veramente un coglione nato sto Poletti, un coglione fatto e finito"
"Bene bene, divertente eh?"
"Sì, scrive proprio cose improbabili: secondo me non ha mai ascoltato mezzo disco, ricopia qua e là da Internet"
"Può darsi, ..., non so"
"Vabbè, comunque lei lo conosce lo stronzo, cioè, Marco Poletti?"
"Sì, lo conosco"
"Ah sì, bene, e dove sta?"
"Ehm... non so come dirglielo, un pò mi vergogno, ma insomma, vede, ecco, ce l'ha davanti!"
"In che senso?"
"Sarei io!"
L'editore si alza, va alla porta e sta per uscire.
"E il contratto?"
"Che soddisfazione!"
"In che senso?"
"E va bene, giù la maschera: io non sono un editore. Faccio parte del Comitato MVDDQCDMP (Mandiamo Via Da DeBaser Quel Coglione di Marco Poletti), e sono entrato in casa sua con l'arguzia"
"Ah, e perchè?"
"Perchè volevo vederla dal vivo quella grandissima faccia di merda che scrive commenti alla cazzo di cane su DeBaser. Ecco, in questo momento ho di fronte il coglione"
Se ne va. Lo acchiappo al volo.
"Ma scusi, se lei è venuto qua... cioè, io, ..., come faceva a sapere che il coglion..., cioè Marco Poletti fossi davvero io?"
"E' scritto sul citofono e sulla porta, coglione!"
Sparisce.
Vado al computer per scrivere la recensione sugli Who che aveva appena iniziato.
La mente mi si offusca, le palpebre mi si chiudono.
Lascio perdere.
Ma vaffanculo la recensione e vaffanculo pure agli Who.
Spengo il computer e me ne vado a nanna.

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