I Thinking Fellers vengono da San Francisco e sono i più folli freak sperimentatori degli anni '90. Mother Of All Saints è un mostruoso doppio LP strabordante di suoni bizzarri, missili atomici, ritornelli zuccherosi e molto, molto rumore insensato. L'intera storia del rock è presa a picconate, scartavetrata, frantumata ed inscatolata in 23 piccole stralunanti gemme sonore. Sonic Youth, Residents, un po' di KrautRock, Frank Zappa e Beatles (!) sono gli ingredienti principali del Fellers-Sound.
La loro è una musica che non trasmette emozioni, non crea un'atmosfera, non è rock spacca-culi e non è ballabile. In pratica non esiste un motivo per mettere nello stereo quest'album. Eppure ha fascino, emana una sorta di brillantezza opaca, un carisma repellente che ti avvinghia.

Settanta minuti per ventitré canzoni.
Più che canzoni direi sketch surreali, schegge impazzite. Prendete uno specchio gigantesco la cui riflettente superficie contenga tutta la musica degli ultimi 40 anni e compiete lo sventurato gesto di scaraventarlo a terra con violenza. Ecco, avete ottenuto i frammenti incompleti che compongono Mother Of All Saints (oltre che sette anni di guai!).
Sarò sincero con voi, ascoltarlo non è impresa facile; occorre armarsi di pazienza e curiosità e dedicarcisi completamente, almeno per 70 minuti. Non è il genere di musica che puoi usare come sottofondo per leggere o fare dell'altro: esige la tua attenzione. E non ti ripaga MAI! Anzi, devi continuamente perdonare i suoi eccessi, le cadute di tono, i numeri meno riusciti.
Tra feedback insopportabili, raffiche di mitra, rumori concreti, voci di sottofondo e scordature da brivido, a volte emergono ritornelli pop maledettamente orecchiabili oppure arpeggi di chitarra sublimi, o ancora riff hard-rock da scorticare la pelle. E il tutto ha un aspetto così incompiuto e abbozzato!
Descrivo una traccia a caso per rendere un poco l'idea.

Hummingbird in a Cube of Ice (che titolo!): all'inizio un po' di rumore che potrebbe provenire da una chitarra come da un carro-armato, pausa. Ancora rumore per qualche secondo poi, tra echi e riverberi, la batteria propelle una sorta di funk zoppicante (Pop Group? Minutemen?); schitarrate alla Sonic Youth introducono i Residents con strombazzi di sottofondo e come intermezzo un po' di sano tribalismo heavy metal, e che cazzo!

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