Per un novizio i Thrice potrebbero fungere da introduzione, se vogliamo svolgere funzioni istituzionali-didattiche di accesso per i disparati generi di cui la nutrita discografia (meglio: il viaggio continuo senza barriere) ha dato testimonianza.

“Major/Minor” è l'ennesimo salto nel vuoto e nel buio ben riuscito, che va di diritto nella top 3 dei loro dischi, e sopra il comunque buono precedente “Beggars”. Salto nel burrone però accompagnati dalla voce ormai matura e rassicurante di Dustin Kensure, mica male come compagno di viaggio, accompagnato a sua volta dai fedeli fratelli Breckenridge e da Teppei Teranishi.

Il loro alternative rock qui, si apre al post-rock. Attenzione non è un disco post-rock puro, ne prende gli elementi e li innesta su una classica struttura rock strofa-ritornello-bridge-ritornello. Dunque niente distese strumentali, ne eccessive dilatazioni sonore, ma quello che rimane è comunque pregievole.

Canzoni evocative, fresche e solari come “Call In The Air”, “Anthology” o “World in the Water” vanno diritto tra le cose migliori della loro storia. Senza dimenticare l'istintività dell'orecchiabile ed efficace singolo “Promises” o la successiva “Promises”.

Poi arrivano pezzi come l'opener “Yellow Belly” o “Blur” che ci ricordano che sanno ancora essere ruvidi (c'è un retrogusto grunge che si riflette in entrambe) come circa 10 anni or sono.

Qualche leggerissima reminescenza di “Beggars” nella misteriosa “Listen Through Me” che fa sfoggio di un'interessante linea di tastiera.

Riunitevi e fate un altro disco dai.

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