Forse non sono in grado di parlare di questo disco; ed è questo uno dei casi in cui tirarsi indietro e non mettersi in prima persona, quando si ascolta, è un atto dovuto alla maestria di chi ha saputo precorrere i tempi con una abilità a dir poco profetica.

Tim Buckley, classe 1947, aveva dalla sua una voce angelica e un aspetto da giovane dio... suonava l'impossibile e volava, volava così in alto che non fu, dai più, capito.
Tutta la sua produzione musicale, oggi, non farebbe storcere il naso al più accanito ascoltatore di "contemporanea" o "musica colta", senza voler attribuire a questi ambiti un'importanza fuor di misura. Buckley riusciva nella capacità improvvisativa, nell'istrionismo della voce ad essere un Caronte dei cieli, traghettarti tra i Serafini e lasciarti là a contemplare. Poi con uno scossone alla manica ti invitava, sempre dolcemente, a ridiscendere i gradini verso l'abisso... coi suoi giochi gutturali e le sue distorsioni animalesche che farebbero, oggi, l'invidia di tutti gli sperimentatori delle corde vocali.
Questo disco è, e sempre sarà, una perla inclassificabile: un panegirico di emozioni diversificate in cui parlare di canzoni è impossibile e l'unico modo di ascoltare è abbandonarsi alle molteplici trasformazioni dello spazio e del tempo che questo menestrello sa compiere.
Una stella nel repertorio resta "Song to the Siren", ripresa anche dai This Mortal Coil ma imparagonabile, unica canzone lineare di tutto il disco dove un marinaio viene attratto e scacciato dalla sua sirena innumerevoli volte... non mi toccare! Non mi toccare! Torna Domani! Mentre sullo sfondo di cielo delle note viene spinta una voce che sembra il grido alto, ma non disturbante, di una delle tante vittime della creatura.

Adoro Tim Buckley, moltissimo, e mi spiace che oggi, tra le persone che ascoltano musica "seriamente" sia più ricordato il figlio Jeff: anch'egli un grande artista ma abitante infiniti piani sotto il padre nella Coheniana Torre Della Canzone.
Quest'uomo cercava qualcosa... l'indefinibile... è morto a 28 anni con otto dischi alle spalle... rimanendo sempre un autore di "culto"
Riposa in pace Tim.

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