I Tiromancino sono un gruppo che divide nettamente in due il pubblico: c'è chi li considera un grande gruppo nel panorama musicale italiano, chi invece una band di una lagnosità e pomposità che portano fondamentalmente al sonno. Chi poi infine, come me, se ne sbatte il cazzo delle posizioni da prendere e dà la priorità all'ascolto. I Tiromancino trascinano l'ascoltatore in un loro mondo parallelo, avvolto nella malinconia e nel disorientamento; rimango coerenti i concetti, i messaggi ma soprattutto il gusto estetico del loro personalissimo immaginario. Che poi piaccia o non piaccia rimangono indubbiamente gusti personali, quello non si mette in dubbio, ma nel bene o nel male hanno lasciato un piccolo e timido segno nella musica italiana.

Questa compilation mi fu regalata, la accettai anche se controvoglia poiché non nutrissi particolare interesse per la band di Federico Zampaglione. All'epoca passava in tv il video di "Un tempo piccolo", cover della meno celebre canzone omonima di sua maestà Franco Califano. Brano che quando la sentì mi piacque moltissimo, nonostante il testo della versione del Califfo risultasse più cruda e molto meno retorica. Decisi quindi di dare una chance, e ricordai la presenza di alcuni brani molto piacevoli alternati ad altri evitabili, ma nemmeno così pessimi come mi sono stati descritti più volte. I due dischi racchiudono i lavori migliori (e famosi) della band, sebbene si noti la mancanza di "Rosa spinto", piuttosto che alcuni vecchi brani da uno dei loro migliori album, "Alone Alieno", probabilmente il loro capolavoro, in cui mischiavano perfino il crossover e l'hardcore-punk con una estetica più underground. Tutto sommato l'ascolto dei due dischi può risultare impegnativo, poiché si passa da brani leggeri (seppur godibili) radiofonici ("La descrizione di un attimo" e "Amore impossibile") a tracce che abbracciano sonorità più elettroniche e psichedeliche (bellissima "La distanza"). Dall'altra parte però può far ricredere chi è convinto che i Tiromancino siano solo una band da singoli radiofonici, e di notare invece un certo approfondimento nelle tematiche e in un minimo di ricerca musicale.

E vedi che brani meravigliosi come "Per me è importante" e "Due destini", pur essendo hit passate in radio e MTV ai tempi, riescono a mettere d'accordo pressoché tutti. Della seconda in particolare ricordo da ragazzetto quando scoprì il videoclip girato da Frankie Hi-Nrg Mc (sì proprio lui!). Piacevolemente colpito dal remix di "Conchiglia", seppur meno fantascientifica dell'originale, risulta altrettanto grezza e accattivante, meno invece per quanto riguarda "Amore amaro" (l'originale era davvero un viaggio trip-hop). Tra i brani migliori, oltre alle hit già citate, cito la splendida "Strade", accompagnata da Riccardo Sinigallia, un brano che ci porta su di un'autostrada notturna, lontano dal caos e monotonia della metropoli. Ho consumato di ascolti "E' necessario", uno dei brani più rock del loro repertorio, con un trascinante ritornello e una melodia che a me personalmente ricorda "Every me every you" dei Placebo, passando per la sognante e leggera "Imparare dal vento", dalla cullante "La Terra vista dalla luna" a "Pericle il nero", che rimanda ai loro album precedenti, con quegli archetti che sembra strizzare l'occhio a "Lullaby" dei Cure. Altrettanto godibili "Il peggio non è tranquillo" (bello il delirante tornado finale), la deliziosa "L'autostrada" (un commovente viaggio ad occhi aperti) fino a "I giorni migliori", una soundtrack da viaggio in treno. Certo è che, come per ogni Best Of, i momenti sottotono non manchino: in primis la presenza pressoché inutile della cover "Com'è profondo il mare", capolavoro immenso del maestro Lucio Dalla, che fra l'altro compare come "ospite speciale" nelle ultime due strofe. Il brano musicalmente è ben realizzato, ma a Zampaglione manca quel tipo di profondità espressiva mista all'ironia di Lucio, e infatti più che estasiato l'ascoltatore si sente spaesato. Non mi ha particolarmente entusiasmato "Nessuna certezza", nonostante la bellissima voce di Meg ed Elisa in un periodo particolarmente in forma, così come "Torna l'estate", con la partecipazione di Dj Ciaffo, che sembra del tutto fuori luogo all'interno del disco. Eppure si tratta sempre di una compilation, quindi non c'è nemmeno bisogno di essere particolarmente pignoli sulla questione.

"95-05" è una buona compilation abbastanza arricchita di materiale sufficente per approfondire i Tiromancino, e per uno come me che non apprezza vocalmente Zampaglione, così come in veste di regista, mi sono trovato particolarmente soddisfatto, nonostante i suoi alti e bassi, per quanto si stia trattando pur sempre di una modesta ed innocua band, con una concezione musicale che pochi artisti di musica leggera/pop italiana possono vantarsi di avere.

Carico i commenti... con calma