Un po' come veder tornare a casa il figliol prodigo, quel pirlotto che voleva sì, far il gradasso, ha sperperato di qua e di là e adesso viene da te con la coda fra le gambe: "schusha, papi, ho sbagliato!". Perchè, in effetti, le ultime uscite dei Tortoise (nome che credo non necessiti alcun'altra introduzione) erano in bilico tra lo sfasciamaroni (leggasi "It's All Around You", 2004, l'ultimo album di inediti fino ad ora) e l'imbarazzante (cosa sarà saltato in mente al Principe?).

Se n'erano un po' tutti dimenticati, di 'sti cinque flippati, per propria costituzione poco avvezzi al bombardamento mediatico. Del resto, avevamo ben altro a cui pensare. Intanto, loro giù, a fare i mandriani dei porci.

Ed ecco che così, dal nulla, mi trovo davanti questa nuova opera, senza un minimo di quella curiosità che ti si crea quando aspetti un disco da un po' di tempo, nèalcun tipo di aspettative - si fossero fermati a "TNT", sarei stato comunque soddisfatto (e non penso di essere il solo).

Eppure, già l'opener "High Class Slim Came Floatin' In" fa ben intendere che, tutto sommato, qualcosa è cambiato radicalmente. In una mini-suite di 8 minuti, i nostri passano da un'intro vagamente jazzata, in cui impera un trascinante giro di basso e Moog tronfio, ad un intermezzo pressapoco ambient-psichedelico dal ritmo singhiozzante per poi sfociare in un liberatorio tum pa tum pa (notare la raffinatezza di questa definizione) condito da fuzz sparsi e tastierume in 3/4 che sfasa tutto. Quasi sparita l'aura di vecchiume (ma diciamocelo, i Tortoise sono nati vecchi) che tanto affliggeva "It's All...", sostituita da una fortissima vena prog - e un goccio di mestiere - che risalta soprattutto nella seguente "Prepare Your Coffin", pezzo che probabilmente Robert Fripp sarebbe stato felicissimo di inserire se non in "Red", almeno nel repertorio del Re Cremisi pre-1974. Il disco prosegue tra svisate elettroniche sempre all'insegna del Moog ("Northern Something"), poliritmie intricate occhieggianti ai Don Caballero ("Monument Six One Thousand"), svisate pseudopunkettare coperte di fuzz ("Yinxianghechengqi"...eh?) - il tutto, condito da una produzione magistralmente sporca, una copertina tanto minimale quanto azzeccata e una lunghezza complessiva adatta a non annoiare gli animi (45 minuti sono il giusto, no?).

Che dire? Un condono lo si concede a cani e porci, ed è sempre bello ritrovare il figlioccio smarrito in gran forma! Bentornati, Tortoise!

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