...E alla vostra sinistra abbiamo "Millions Now Living Will Never Die", il più grande disco dei tortoise, edito nel 1996 e già divenuto un capolavoro assoluto del rock anni novanta, potete ammirarlo in tutta la sua magnificenza...
Vi siete accorti che ho iniziato la recensione di questo disco come se si trattasse di un'opera d'arte da museo? Sì, perchè di vera e propria opera d'arte si tratta! Riprendendo le idee innovative degli Slint di "Spiderland" i cinque ragazzi dell'Illinois (a proposito, uno dei componenti è proprio un ex-Slint, David Pajo..ma guarda..) sfornano un'autentica pietra miliare, destinata ad essere marchiata a fuoco negli annali del rock.
Suoni rarefatti, controtempi, uso di sonorità jazz di tanto in tanto, percussioni tribali... tutto questo è IL disco del 1996 senza ombra di dubbio. La lunga suite d'apertura,"Djed", con i suoi venti minuti è divisa in molti temi tra loro consecutivi: l'iniziale tono sommesso, il crescendo batteristico e il finale alternato tra xilofono e basso creano un mix di autentico minimalismo e disorientano l'ascoltatore, il quale non sa che si aspetterà dalle tracce successive. Arrivano gli altri quattro brani , tra i quali su tutti primeggia "Glass Museum", sicuramente il pezzo più "slintiano"..con l'alternarsi di pause, di ritmi veloci e frenetici e con sonorità cosmiche e scintillanti che fanno sembrare proprio di trovarsi all'interno di un "museo di vetro"."A Survey" è un breve brano che riporta ai tempi dei night club anteguerra, mentre "The Taut And The Tame" è composto di percussioni tribali accelerate ma non riempitive, uno dei capolavori del disco. Le ultime due tracce , dal tono più dimesso, sono comunque caratteristiche per la presenza al loro interno di moltissimi generi, dal quasi dark di "Dear Grandma And Grandpa" al blues di "Along The Banks Of Rivers", passando per kraut rock e ambient.
Insomma, un capolavoro insuperabile! Ma che fate? Siete ancora qui? Allora parlo al vento: alzate le chiappe e andate a procurarvelo, con qualsiasi mezzo!
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