Ho sempre considerato gli U2 un'ottima band. Ho cercato d'isolare il loro passato musicale (buono e cattivo) dal nuovo disco e l'ho ascoltato attentamente.

Partiamo con il singolo che ha anticipato l'album, The Miracle (of Joey Ramone): una canzone che non dice niente, che non fa né caldo né freddo, la si ascolta ma non lascia niente, è una canzone apatica e letteralmente "piatta". Sicuramente una pessima scelta (musicale e commerciale) quella di lanciarla come singolo d'apertura e che dovrebbe rappresentare l'intero album: non incuriosisce l'ascoltatore, non è una canzone commerciale né "ricercata", lascia il tempo che trova.

Every Breaking Wave e California seguono quasi fedelmente la scia sterile lasciata dal singolo d'esordio: l'ascoltatore, stranito, passa subito alla traccia successiva.

Song for Someone è di sicuro una canzone un po' ruffiana, ma sicuramente d'impatto: orecchiabile e radio-friendly, con un testo tutto sommato buono. Di sicuro avrebbe suscitato più interesse mediatico se la band (o meglio.. la casa discografica) l'avesse rilasciata come primo singolo. Con un ritornello che entra subito nella testa, gli accordi semplici e magari un bel video romantico (leggasi: "ruffiano") il risultato sarebbe stato ottimo dal punto di vista commerciale e buono dal punto di vista musicale. Andiamo avanti.

Iris e Cedarwood Road seguono irrimediabilmente il destino del primo singolo, il vuoto musicale è pressoché totale.

Volcano è senza dubbio la canzone più brutta dell'album: dal titolo potrebbe sembrare bellissima, una canzone energica: non è nient'altro che uno scimmiottamento della vecchia Vertigo, e questo non le fa onore.

Con meraviglia noto che i pezzi più belli dell'album sono tutti concentrati alla fine. Quattro canzoni che mi hanno sorpreso molto. Due di queste sono molto belle: This Is Where You Can Reach Me Now e Raised by Wolves. In particolare la seconda è ritmata, gli effetti vocali rendono il tutto ancora più movimentato. Unica pecca, il ritornello: forse un po' scontato e prevedibile, ma nel complesso il brano è piacevole.

Le ultime due canzoni sono i pezzi migliori dell'album: Sleep Like a Baby Tonight e The Troubles. Le atmosfere si fanno più intime, si discostano dalla piattezza delle canzoni che hanno aperto il disco. Riportano l'ascoltatore agli U2 dei primi anni '90, la qualità è evidente. L'assolo di chitarra in Sleep Like a Baby Tonight è incalzante, il brano non sembra scritto dagli U2, eravamo abituati a brani come Beautiful Day e City of Blinding Lights. Infine, per chiudere in bellezza, il brano più bello del disco: The Troubles. Molti lo hanno paragonato ad alcuni brani dei Coldplay, e in effetti una certa somiglianza c'è. Ma la voce di Bono non lascia spazio a dubbi: con la collaborazione di Lykke Li, cantante svedese nota qui in Italia per il remix della sua I Follow Rivers, il risultato è perfetto: il refrain nel quale recita "somebody stepped inside your soul, little by little they robbed and stole, till someone else was in control" suona quasi come una filastrocca, l'ascoltatore si sente avvolto dal calore della sua voce e da quella di Bono Vox. Anche qui un ottimo assolo di chitarra fa concludere il brano.

Se ci fossero state più canzoni come le ultime quattro da me citate, l'album avrebbe meritato 4 o 5 stelle. Ma la presenza di così tanti brani sottotono (ben 5 su 11) e brani mediocri come Volcano mi portano ad assegnare all'album "solo" 3 stelle su 5. Davvero un peccato, gli U2 possono dare di più, come hanno ben dimostrato nelle canzoni che chiudono il disco.

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