Questo demo (che, con ben 18 canzoni, demo poi non è!) è stato uno dei primi esperimenti sonori dell'oggi famoso e odiatissimo Fabri Fibra. Aspettate! Non storcete il naso! Bisogna infatti dire che il Fibra del 1998-99 era molto diverso da quello che è oggi…

La formula "rimica" (ma si può dire?!?) che usa ai giorni nostri (ovvero cazzo-spiazzo-razzo-mazzo), e che a un appassionato dell'hip hop fa subito cambiare cd, non era neanche minimamente ponderata nella mente del vecchio Fabri Fibra. La sua metrica infatti era un ottovolante di assonanze, palindromi, acrobazie vocali che lo rendevano uno dei migliori rapper a livello italiano.
Fatta questa (doverosa) precisazione, passiamo ad analizzare il compare di Fibra, tale N. Latini, detto Lato. Professione: beatmaker. E che beatmaker! Le sue basi rivelano un'accurata ricerca stilistica e sonora che, a mio parere, dovrebbe essere un esempio per le produzioni odierne, ormai troppo contaminate dalle basi americane.

Pronti, via: "Sindrome" fa da introduzione al disco ("pugiLato in produzione, presenta Fabri Fill, e questa qui è la sindrome di fine milennioooooo!"), e nel finale della traccia c'è posto anche per un featuring di Esa, molto carino.
"Dove sei" è una canzone con un basso che coinvolge, aiutata da una metrica di Fabri particolarmente ispirata e spedita. Una pietra miliare.
"Da che mondo e mondo", complice una base stupenda stile retrò, culla l'ascoltatore fino alla fine. Basta una rima per far capire la bravura del rapper marchigiano: "Minimo elimino ogni tuo sibilo che incrimino, dal mio mini oblò che è più si che no". Geniale.
"Il domani è oggi" mi ricorda una base dell'Eminem di Marshall Mathers LP, di cui però non ricordo il nome. Secondo me però è una traccia trascurabile.
Premi 5 sul lettore e  trovi la traccia che non ti aspetti: "Teste Mobil pt. 1", secondo me una delle migliori del disco (se non la migliore). Introdotta da un probabilmente ubriaco Fritz da Cat che non riesce a dire "Sindrome di fine millennio", ma solo "Fine di sindrome millennio", parte una base cattiva e stupenda, su cui Fabri volteggia agevolmente con le sue rime. Trovano posto anche un featuring con il fratellino Nesli (qui molto bravo) e persino uno "telefonico" con Joe Cassano. Veramente molto bella.
"Gratta e gratta" racconta la storia di un Sabato che non inizia ma, allo stesso tempo non finisce mai. I testi di Sindrome sono sempre molto enigmatici, e lasciano libero spazio all'interpretazione. La base è carina, e alla canzone darei un 7.
La traccia 7 è forse la più intima: "Non dimentico" è una perla rara nel mondo hip hop, condita da un ritornello cantato (non rappato!) di infinita dolcezza, con l'aiuto di un geniale riff di chitarra e di organo. E' una canzone che parla della vita in generale, e ci tiene a dire la sua anche Nesli (e lo fa bene, sicuramente).
"Sempre volgare sgamatissimo, zero rotardi, ti piace? Si vede da come la guardi!": è l'intro di "Lei che", una canzone che parla semplicemente del rapporto di coppia. Qui Fibra non sembra parlare delle donne nel suo tipico modo cinico, disilluso e accusatorio, ma se la prende piuttosto con i falsi amici che fregano le ragazze. Come diciamo noi qui a Vicenza, spacca!
Nella traccia 9, "Monomania", c'è posto per un ottimo duetto con MC Word (aka Burd'L, Tagadà No'chalance). Il rapper di Rimini ha una voce molto particolare, l'accento si sente ed è pesante, e può piacere o non piacere. A me la traccia piace, e molto. La base, accompagnata da un sax e da un organo, è pregevole. E il ritornello prende…
"Intorno al suono" è forse la traccia che mi è piaciuta meno. La base è piattina e le rime comuni. Ma già si intravede il rapper di Mr. Simpatia: "Passo il tempo con Lato ad annullare i lingotti, gli sputo nella faccia del regista di Trainspotting!". Cattiveria!
"I sogni persi" parte come una canzone cattiva, ma poi un pianoforte si insinua ad attenuare la base, molto bella. Le rime sono al limite dell'incomprensibile, ma campeggia una certa malinconia (il titolo, d'altronde, è esplicativo). "In tutto quello che vedi o che fai nella vita, ci sta una percentuale di riuscita". Una canzone disillusoria.
La canzone 12 è la meno impegnata, la più scanzonata: "Entro il 2000" con Inoki (eh sì, erano ancora amici!). Fibra fa i salti mortali ("Rime in conserva cruciverba ed erba, stile che smerda spero si disperda quanto è larga!") e Inoki non è da meno ("Tematica su tematica, questa è la crew fanatica, di metrica aerostatica e di lirica acrobatica!"). Imperdibile, due grandi rapper che fanno vedere cosa sanno fare; peccato che l'amicizia sia poi stata rovinata
"Benvenuti nel violento" è introdotta da uno scratch con le contropalle, e parla di come cominciare a rappare, e della situazione dell'hip hop in Italia. Anche Word MC fa un feat. alla fine, trascurabile. "Ladies & gentlemen: welcome to violence!"
"Muffa ad etti" è una bella track. La base è molto oscura, impalpabile. Introdotto da Shezan il Ragio, Fibra rappa di muffa, di situazioni schifose, tristi. Shezan nel suo featuring è potente, condito da espressioni romagnole.
Introdotta da vari spezzoni di apparizioni più o meno recenti dei Uomini di Mare per le radio, parte "Il turno di guardia". Fabri rappa ad una velocità incredibile, ma il fratello Nesli fa rime migliori. La base è stupenda, old school, e non per niente aprirà persino i concerti dell'epoca Mr. Simpatia (2004-2005!). Una perla.
"Vorrei" è una canzone molto dolce in cui trova posto persino un campione di (presumibilmente) Ornella Vanoni. Parla dell'estate, di come ci si perda a far niente in vacanza, e non si vede l'ora di tornare dai propri amici per raccontare le news estive. La base è perfetta per rappresentare il senso di afa e calore…
"Uno su 10" parla della situazione dell'Italia all'alba del nuovo millennio: eravamo (e siamo ancora) molto arretrati, mentalmente e fisicamente. Proprio Fabri ci dice "Uno su dieci proiettato nel futuro e i rimanenti nove ancora sono ai Greci". Un senso di impotenza però permane nella canzone, molto curata e impeccabile.
Il disco si conclude con "Verso altri lidi", il capolavoro finale. Da molti lodata come la migliore del disco, è in effetti stupenda. La base con accordi di chitarra è perfetta, e il testo anche. "Portami con te via, finchè sento che c'è sintonia, diretti versi altri lidi… ". Poesia.

Tirando le somme, ci troviamo di fronte a uno dei migliori dischi di hip hop italiano di sempre, e nessuno può dirsi un vero appassionato se non ha mai ascoltato quest'album. Un capolavoro da reperire a tutti i costi, seppur afflitto da scarsa qualità audio. Ma chi ama la musica saprà senza dubbio apprezzarlo lo stesso.

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