Il 1976 è un anno difficile per il progressive-rock, il movimento punk sta infatti mettendo a dura prova quella che fino a qualche anno prima era stata la musica per eccellenza : è in questo contesto che i riformati Van Der Graaf Generator di Peter Hammill si trovano ad agire.Dopo un gioiello grezzo come "Godbluff" incidono "Still Life", disco che viene generalmente considerato dai fans come il migliore della seconda fase. Si nota subito il cambiamento del "sound" del gruppo che è diventato più diretto e immediato, quasi a voler mostrare il lato "live" della loro musica.Non si ascoltano più quindi "cattedrali" sonore in forma di lunghe suite ( spesso piene di sovraincisioni come "A Plague of Lighthouse..." ) ma viene privilegiato un "sound" più compatto e minimale anche se il loro "feeling" originale in ambito prog resta sempre riconoscibile.

La critica e i fans della prima ora si divisero, per molti la magia dei primi dischi era svanita, in realtà il gruppo stava coraggiosamente seguendo il proprio percorso artistico senza facili concessioni al pop ma calandosi in una dimensione più consona ai tempi.I VDGG si stavano quindi adeguando meglio di altri gruppi al cambiare delle mode musicali dimostrando la loro natura essenzialmente artistica.

Il disco inizia con la memorabile melodia di "Pilgrims" : Hammill inizia a recitare sommessamente sorretto dall'essenziale organo di Banton e dal sax di Jackson, poi l'organo si colora di tonalità cupe fino all'esplosione folgorante del sax e della voce di un Hammill in forma strepitosa al canto.Sicuramente uno dei pezzi migliori del loro repertorio.La title-track "Still Life" è uno dei loro brani più drammatici di sempre, l'organo chiesastico e gotico sorregge le liriche di un Hammill che non tarda a sfogare la propria rabbia con il suo consueto timbro vocale.

"La Rossa" è un altro "standard" del gruppo, un classico che si avvale di una forza trascinate e coinvolgente, impossibile rimanere impassibili di fronte alla forza d'urto di questo pezzo."My Room" inizia invece in modo tranquillo e pacato con un'ottima melodia sorretta dal sax e dal piano e con un Hammill misurato al canto, i ricami di Jackson al sax impreziosiscono poi la parte finale.Chiude l'album la lunga "Childlike Faith in Childhood's End" : il testo è una lunga e amara riflessione filosofica che indaga sulla tematica della morte.Anche questo brano è fra i preferiti dai fans ed è stato di recente riproposto dal vivo nella data italiana del tour che ha presentato i pezzi del nuovo disco "Trisector".

La critica ha sempre sottovalutato la seconda fase del Generatore ma riascoltando dischi come "Godbluff" e questo "Still Life" non si può fare a meno di apprezzare la qualità della musica che forse non raggiunge i picchi i "Pawn Hearts"" ma si rivela sorprendentemene viva e fresca a distanza di 30 anni.Urge quindi rivalutare questa seconda incarnazione dei VDGG.

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