Nel 2002 la Prophecy fa uscire una strana raccolta, "Lords Of Chaos: Die Geschichte der Okkulten Musik", che segue di poco la pubblicazione del libro culto "Lord Of Chaos: The Bloody Rise Of the Satanic Metal Underground" di Michael Moyinihan e Didrik Soderlind. Si tratta di un'antologia di dimensioni mastodontiche, 2 CD, 28 brani totali per 130 minuti di musica.

Il disco vorrebbe ripercorrere cronologicamente la storia della musica satanica (o come qui viene più filosoficamente detta "Musica Occulta") dalle origini alla scena norvegese, che rappresenta come ovvio il motivo attorno a cui ruota questa raccolta. Di fatto questo lavoro è stato concepito come  colonna sonora del libro precedentemente uscito, lo vuole completare e fornire a tutti gli "studiosi" che si interessano al tema le giuste fonti per addentrarsi nei meandri della musica satanica.

Peccato però che il disco riesca anche a peggiorare quanto di banale vi fosse nell'originale cartaceo: se la retorica riesce con maestria ad abbellire la piattezza di contenuti attraverso uno stile accattivante e riuscito, la musica ha un difetto non trascurabile: se fa schifo fa schifo e basta, senza scappatoie. Così le pagine che tanto hanno stregato i lettori stranieri, sul presunto legame tra La Vey, Crowley ed il Black scandinavo (!!!!!) non possono che perdere tutto il fascino se proposte in chiave sonora: a chi potrebbe mai interessare (Jimmy Page a parte...) un vecchietto che declama le lodi del Pentacolo, o un ricco manager americano alle prese con una messa nera? Almeno sette brani sono su questa lunghezza d'onda.

Quello che perde da una parte non viene certo recuperato quando si passa alla musica vera. Il primo disco è dedicato al percorso che ha portato la musica d'ispirazione satanica dagli albori alla consacrazione negli anni '80. Interessante dunque. Se non fosse che un'atmosfera sgradevole detta i criteri dietro la selezione dei pezzi: sembra di trovarsi di fronte alla versione discografica del Maurizio Costanzo Show, con tutti i pregiudizi, gli strafalcioni ideologici. Si passa così dal blues di Robert Johnson (che sarebbe satanista perché si credeva che i neri fossero portatori di mali e sventure... complimenti!) al Rock di inizio settanta di Black Widow (che cavalcarono lo stereotipo "Rock=Diavolo") e Black Sabbath (che poi non erano neanche vagamente malvagi, anzi). Si arriva agli anni '80 celebrando giustamente i ridicoli Venom ("Beviamo il vomito dei preti e scopiamo la prostituta morente"... bei versi!!!) e altri amici.

Il secondo disco parte invece in quarta con il fenomeno Black Norvegese: la selezione è buona e presenta brani di Mayhem, Emperor, Ulver e Darkthrone (Burzum no, non ha dato - sia fatto santo! - la concessione ad utilizzare la sua musica); poi però si ritorna i luoghi comuni su Male-Satana-Pazzia presentando pezzi di Thorns (solo perché il leader era collegato all'omicidio Arseth), Abruptum (perchè la leggenda li voleva pazzi) e persino i Bathory, con "Twilight Of The Gods" (canzone incentrata sulla mitologia nordica, quindi totalmente fuori contesto).

Un disco che troneggia nella discografia di ogni Poser che si rispetti, a fianco del libro, e lasciando un buco i vista del prossimo film sulla scena norvegese (DA BOICOTTARE). Pare proprio infatti, come annota acutamente Varg Vikerness sul suo sito, che questi progetti paralleli siano stati studiati a tavolino per fare breccia nei cuori di quei sempliciotti che si avvicinano al Black Metal per sembrare "Malvagi" e di coloro che ancora credono che nella vita si possa capire qualcosa facendosela raccontare da uno che parla bene, al posto di capire da soli.

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