Nel 1997, in provincia di Bergamo, i fratelli Alberto e Luca Ferrari, rispettivamente chitarrista/voce e batterista, accolgono nella loro formazione Roberta Sammarelli, ex bassista di un gruppo punk. La creatura (mostro?) Verdena prende vita, armandosi delle influenze violente di Nirvana e Melvins, pronta a dire la sua con il primo Demo. Senza la presenza di Manuel Agnelli degli Afterhours alla produzione, i suoni sono grezzi, pesanti, ma in alcuni tratti anche lenti e oppressivi. I testi, senza un apparente senso, sono perfettamente coerenti alla confusione musicale proposta dal trio di Bergamo. Il debole arpeggio di "Fuxia", accompagnato dai funerei tamburi di Luca, introduce subito il primo pezzo, quasi feroce, del demo; segue "Fiato Adolescenziale", dove pare di sentire i primi Nirvana di Bleach.

Con "Nella Schiuma", a mio parere il pezzo migliore del disco, assistiamo ad una spaccatura: la prima parte della canzone è lenta, melodica, ipnotizzante,  (Rose lesbiche, posso credere...) ma poi Alberto, imitando l'urlante Cobain di "Endless Nameless", grida a pieni polmoni Verbena, convinto di chiamare così il proprio gruppo. (Moniker che verrà cambiato in VERDENA, raro nome femminile,  in quanto esisteva già un gruppo americano chiamato come la traccia del Demo). Altre canzoni, quali "Zoe" (leggermente diversa) e "Bambina In Nero," le ritroveremo nel primo disco effettivo dei trio, l'omonimo "Verdena". "Sara" sembra richiamare molto Polly, e "Bevimi" è un evidente riempitivo, che comunque non annoia.  Interessante la batteria di "Mormorio Mucoso," dove Luca, sebbene la giovanissima età, si dimostra già abilissimo dietro le pelli; ottimo episodio anche "Blu Ninive", seguita da "Omnia 2241", una strumentale dove risuonano echi molto Garage Rock, misti a una dose di psichedelia ipnotizzante.

Molto lontani dai lunghissimi intermezzi strumentali di "Solo Un Grande Sasso", qui i Verdena mettono a nudo le proprie influenze, senza mezzi termini, provocando un terremoto nel rock italiano della fine dei 90, proponendo un sound grezzo, violento, con evidenti richiami a Nirvana,  Mudhoney, Black Sabbath, e Led Zeppelin. Un ottimo esordio, sebbene un pochino derivativo, che può piacere sia ai fan sfegatati, sia a chi non conosce niente del trio di Albino.

Carico i commenti...  con calma