Ovvero… : ‘Sull'adolescenza'. È forse banale parlare in questo modo di un album piuttosto importante come questo, così perfettamente inserito nell'atmosfera degli anni '90, che sintetizzarono i molteplici stili rock alternatisi nell'arco di 40 anni, in unico genere detto ‘grunge'.
Non voglio dilungarmi in una parentesi sulla teoria in questione, cioè… se e come si possa parlare di questo genere musicale, e soprattutto degli influssi che esso ha avuto nel corso del tempo e all'interno di altre tradizioni musicali. Posso limitarmi a considerare un piccolo documento di quanto esso fu rilevante nell'immaginario rock, ad ogni latitudine e, specificamente in Italia. Si tratta del primo album dei Verdena, dall'omonimo titolo, uscito nel 1999. Molto spesso, c'è chi considera i Verdena e in particolare, questo album, troppo calcato sullo stile dei Nirvana, e non a torto… non mancano infatti, quegli stessi espedienti stilistici che avevano reso unico lo stile del gruppo di Seattle, quel riferimento ad un complesso di valori condiviso, che più che rimandare ad un universo concreto, appartenevano alla sfera emozionale e strettamente individuale, che caratterizzavano ed enfatizzavano le impressioni del momento in una serie di contorte immagini, sullo sfondo di una barocca epopea rock, ormai giunta al termine. Poetica individuale fu quella dei Nirvana, i cui sviluppi erano decisamente segnati dal peso di un leader tanto carismatico quale Kurt Cobain. E tuttavia, i Nirvana non mancarono di avere una loro valenza estrinseca, come si sa. In ogni caso, rivoluzionarono il corso del rock proprio affermandone la sua inevitabile morte attraverso la commercializzazione.
A meno di dieci anni, ecco il frutto, seppur parziale, di quella storia. Sicuramente una novità per l'ambiente italiano, si inserisce nell'ambito del rock indipendente pur non mancando di avere un netto supporto mediatico, ma del resto, si era detto… questo era il destino del rock. Il quale, avendo perso già in precedenza quello che era stato il suo valore sociale e collettivo, si ripiega tanto più su se stesso nella contemplazione e nella sublimazione dell'ideale dell'adolescenza, vista come luogo unico dove concentrare le proprie emozioni, vissuta in maniera quasi totalizzante. I brani non presentano difficoltà di ascolto. Quasi monotoni, ma intensi e profondamente emotivi. Tra i migliori, "Pixel", "L'infinita gioia di Herny Bahus", "Viba"… canzoni d'amore, strane, contorte, tormentate. E poi "Ultranoia", quasi a richiamare il senso di alienazione caratteristico dell'era grunge. Insomma, niente di così speciale, diremmo… I Verdena di questo primo album, ci sembrano quasi dei liceali che, per estraniarsi dalla confusa visione delle cose, tipica di quella fase della vita, trovano sfogo nella musica. E chi meglio dei Nirvana, seppure con un velo di ironia, aveva sintetizzato la condizione adolescenziale? Del resto fu proprio Cobain a lasciarci il prototipo dell'adolescente disagiato per antonomasia.
Ma qui non si tratta di disagio in senso cosmico, si tratta piuttosto dello sfogo di tre ragazzi, giovani, forse non ancora molto maturi artisticamente, ma che dietro una sovrana semplicità di espressione, lasciano già intravedere il segno di una profonda impronta stilistica.
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