L'ultimo album del genietto svedese Vintersorg dura 47 minuti scarsi ma a mio parere i venti secondi all'interno di "Spegelspaeren" valgono più di tutti gli altri 46 minuti e 40 secondi del cd.
È un semplicissimo riff black arricchito da sporadici interventi di tastiera e col basso del signor Di Giorgio che da poco a questa parte deve anche essere entrato in possesso del dono dell'ubiquità apparendo in qualsiasi disco metal e frantumando record su record detenuti da colossi come Gene Hoglan, Hellhammer o Garm degli Ulver.

Un semplicissimo riff black dicevamo, la tastiera si inserisce sorniona solo nelle ultime note di ogni battuta e su tutto regna lo screaming del nostro Vintersorg (potrebbe voler dire dolore dell'inverno ma non ne sarei così sicuro).
Se è così semplice direte voi, come possono questi solo 20 secondi valere il prezzo dell'acquisto? Semplice, rispondo io, perché a mio parere in questi 20 secondi è racchiusa gran parte della musica che Vintersorg ci propina, un po' old style un po' innovativa e vagamente psichedelica. Dal black metal degli esordi la one-man band svedese è riuscita ad evolversi in qualcosa di non paragonabile a nessuna delle entità che popolano l'underground scandinavo.
Sempre in Spegelspaeren provate ad ascoltare l'intro, sí non avete sbagliato cd, quello che state ascoltando è proprio Vintersorg non una delle reliquie degli anni 70 di vostra madre. E l'hammond? Sí l'hammond, in quale disco black potete trovare l'organo hammond? Probabilmente in nessuno.
Vintersorg riesce a portare una ventata di fresco in un ambiente in cui lo stagnante fetore di anni di appiattimento stilistico iniziava a mietere sempre più vittime. Viene aiutato in questo delicato compito da Steve Di Giorgio vero punto di forza dell'album in cui, ovviamente, il basso è perfettamente udibile e in alcuni casi addirittura predominante sulle chitarre (aahh... sacrilegio).

Visions From The Spiral Generation è un disco in cui convivono più anime addirittura all'interno di una stessa canzone, il black sinfonico e il viking metal degli esordi dello svedese e le ultime contaminazioni anni 70 che come in The Explorer sanno molto di Opeth, portate molto probabilmente dallo stesso Steve, il tutto condito dalla splendida prova vocale di Vintersorg che dovendosi adeguare a stili molto diversi passa da uno screaming tecnico e mai sguaiato a un discreto growl fino a delle splendide clean vocals (non a caso è stato recentemente chiamato dai Borknagar) epiche ed evocative.

Ultima nota. L'album è un concept che ruota attorno alle forme geometriche e alle simmetrie che si possono riscontrare nella natura attorno a noi. Originale anche nelle tematiche il nostro vichingo. Compratelo.

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