Violante Placido è sicuramente una delle più belle donne italiane, sexy, ricca e celebre come attrice. Che bisogno c'era di una sua uscita discografica? Una furbizia per il solo fine di fare soldi? Forse è questo il primo pensiero che molti hanno avuto, nel vedere "Don't Be Shy" negli scaffali dei negozi di dischi. Che musica suonerà? mmmh... visto il fisico ben fatto... la solita merda pop? Altro Pensiero delle malelingue, collegato al primo.

Poi Te la trovi su brand new e ci rimani male. Come avevi osato parlar male di una ragazza così talentuosa solo per via del dolce visino? Inutile negare il contrario: nonostante il fisico e l'ambizione recitativa, Viola si rivela essere un'ottima cantante e compositrice. A partire dalla prima traccia, quella bellissima "Together", canzone dolce e malinconica sussurrata su una chitarra che sembra pizzicare te. Il testo è banale e stupido, ma la canzone cattura e rapisce, tanto da volerla ascoltare nuovamente. Poi "Still I", il singolo che al momento dell'uscita (2005) impazzava sui programmi notturni di MTV (Brand New, Insomnia), è una frivola canzonetta acustica che mette il sorriso, nonostante la sua semplicità. Il disco continua sempre così: canzoni semplicissime, sempre accompagnate dalla lieve chitarra acustica della bella Placido. Si notano comunque diversi interventi di puro rock (il secondo singolo "How To Save A Life" o la bella "Poor Little Girl", che ricorda la migliore Alanis... quella di "Jagged Little Pill"), sono comunque di rock- folk dei più lievi, che catturano e ipnotizzano, fino a spiazzare. Il reprise di "Together" aggiunge invece, a sorpresa, un'inedita versione ambient-elettronica della bellissima canzone iniziale, quindi "Niente Si Muove", bellissima ballata in italiano che riesce a commuovere.

"E' proprio brava, le canzoni filano via che è un piacere, ma sono quasi tutte sussurrate... ci vorrebbe qualcosa di più attivo" così continuerebbero le malelingue, ma Viola riesce ancora a sorprendere, rifilando una sfuriata rock che si chiama "A Zero", testo dei più incazzati e pessimisti mai visti sulla scena del rock italiano, in cui la bella Viola non si lascia sfuggire qualche parolaccia. Il pezzo lascia il segno e si rivela il più riuscito di un album che sorprende, concluso con l'intimismo sommesso tanto  prewar folk di "With U".

Insomma, un album che forse non aggiunge a quanto già aggiunto dalle molteplici cantautrici rock americane e non, ma di cui comunque la musica italiana ne sentiva il bisogno, assolutamente.

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