In Alabama,  profondo cuore della Dixieland, un certo Lewis Ross decise nel 1969 di metter su un gruppo e di provare a sfondare nel mondo della musica (e chi non lo faceva ai tempi?). Alla voce ingaggiò Jimmy Hall, che sapeva per di più suonare l'armonica e il sassofono, e prese con sé anche il fratello Jack Hall al basso. Aggiungendo chitarrista, Rick Hirsch, e tastierista, John Anthony, band fu fatta. E che  band.

Notando che la sezione ritmica era un piacere a sentirsi, decisero di eseguire un genere allegro ma spedito che in quegli anni stava cominciando ad essere popolare come non mai: il southern rock, unito però alla grinta del soul e la briosità del funky.

La voglia di sfondare di Ross e compagnia venne subito notata e i cinque firmano un contratto con la Capricorn Records, mitica casa discografica sudista purtroppo fallita da molto tempo. Al loro fianco vengono più tardi inserite le "Williettes", ovvero due coriste, per dare al suono un tocco più attraente.

Il loro primo disco, omonimo, esce nel 1971, e insieme al secondo "Wet Willie II" riscontra un relativo successo, forse perché il sound è ancora leggermente immaturo.

Il successo viene preceduto da "Drippin'  Wet", il fantastico e storico live che riesce a catturare in modo magico la grinta e il talento del gruppo nel saper affrontare il palco.

E nel 1973 arrivò finalmente il meritato successo, con l'uscita del disco "Keep On Smilin'", il quale rimane tutt'ora il classico dalla band, il più completo e per certi versi il migliore.

La chitarra che apre con "Country Side OF Life" fa da squisito intro a quello che da il via all'album, una funkeggiante ballata in onore delle terre sudiste, e un essenziale prologo di ciò che il disco vi donerà.

"Keep On Smiling" è la punta di diamante del disco: grazie a questa favolosa song i Willie bagnati entrarono nella ambita classifica americana. Meritatamente aggiungerei, poiché la title-track è veramente favolosa, geniale al punto giusto, con chitarra e mandolino doc, voce perfettamente in sintonia con la linea vocale, il basso che gira alla giusta misura, e il selvaggio assolo di armonica, insomma  gli ingredienti giusti per rendere una canzone magica.

Anche John Anthony reclama la sua parte di protagonismo, e in "Trust In The Lord" il piano stile honky-tonk non manca di certo, messo in risalto soprattutto dal fantastico assolo eseguito con stile.

Pian piano ci si avvicina nel cuore del disco, l'r'n'b e il white soul si fanno più vivi; il cantante lascia il posto alle coriste per mettersi dietro al sassofono, mentre la batteria sembra assemblarsi in un tutt'uno col basso: si sta parlando di "Soul Sister", e direi che il titolo è tutt'altro che fuori luogo. Una chitarra acustica introduce uno dei punti più tranquilli del disco "Alabama", dolce ballata che evoca la tanto amata città natale e crea quella semplice atmosfera che solo una dodici corde associata ad una acustica e ad una calda fantastica voce può dare.

Ma le atmosfere si fanno di nuovo funkeggianti con "Lucy Was In Trouble", e rese al limite dell'estremo con "Soul Jones", eseguito in un ennesimo intreccio tra strumenti, e come sempre il risultato è ottimo.

Una nuova  piega è percepibile con "Don't Wait Long", una melodia dolce e lenta, che azzecca in pieno il prototipo di lento southern, in cui le Williettes fanno ancora una volta un ottimo lavoro, e il moog di Anthony richiama in modo appena percettibile gli Emerson, Lake And Palmer, prodotti per altro dallo stesso produttore.

La chiusura del disco è però sicuramente il pezzo più forte del disco: "In Our Hearts", strumentale,  è un pezzo pazzo, un giusto finale dove ogni strumento sembra andare per la propria strada  accennando all jazz e alla fusion e immergendo leggermente le proprie radici nella musica psichedelica. E' dunque facile intuire che il basso gira da matti, le tastiere sono suonate quasi con violenza e il sassofono sembra sputare sangue. Un grande finale per un ottimo disco.

Più tardi nel tempo il sound dei Wet Willie cambia leggermente, cambiano anche componenti del gruppo.

Nel 1980 Jimmi Hall intraprese la carriera solista, e lo si può riconoscere su "Flash" di Jeff Beck , dove fa da lead singer.

E un tempo c'erano i Wet Willie oggi ce ne sono addirittura due: i classici Wet Wille capitanati da Jimmy Hall, e The Wet Willie Band, dove al canto c'è un certo Ric Seymour. C'è solo l'imbarazzo della scelta.

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