Sarà stato merito del quarantennale della Summer Of Love americana, o di chissà quale congiuntura astrale, ma posso tranquillamente affermare che il 2007 appena trascorso è da annoverare fra le annate migliori nel campo della psichedelia. Da ricordare come vengono ricordate certe annate di Barolo. Titan, Mammatus, La Otracina, Giant Brain, Arbouretum, Assemble Head In Sunburst Sound sono solo alcuni dei nomi (per citare quelli poco noti) venuti alla ribalta lo scorso anno. Nessuna rivoluzione, ovvio, ma un approccio alla materia sempre abbastanza personale, e soprattutto attingenti ad ambiti psichedelici diversificati (dal folk al kraut, dal progressive al sound West Coast).

Ultimi in ordine di apparizione sugli scaffali questi Wooden Shjips (no, non è un refuso), progenie del ventre di mamma California, ispiratisi nel nome ad uno dei gruppi simbolo della zona, i Jefferson Airplane. Rimandi lessicali a parte, i Wooden Shjips ben poco hanno da spartire con la tipica psichedelia d'antan dei Jefferson. Al massimo qualcosa con quella nuova del giro Comets On Fire, ma per il resto sono una piccola e intrigante mosca bianca.

Doveroso un mea culpa del sottoscritto, visto che, dopo l'aver reperito in maniera "eterodossa" suddetto disco, e dopo avergli dedicato pochi svogliati ascolti, li aveva relegati come roba di seconda categoria, buoni per i completisti, ma destinati a cadere nel dimenticatoio. E invece quasi a tradimento hanno piacevolmente mesmerizzato il mio lettore, rimanendoci per un paio di mesi filati. Il segreto di questa pozione magica? Ad essere riduttivi direi: 1/3 di Neu, 1/3 di Spacemen 3 il restante terzo di Doors, e per finire una presa di Can e Stooges. Una miscela abbastanza indigesta sembrerebbe, ma che alla fine risulta vincente per via anche dell'indole narcolettica ma fruibilissima delle tracce e per una limitata lunghezza (intorno ai 33 min.).

"We Ask You To Ride", che apre il disco, plana quieta fra organetto doorsiano e ritmica Neu, per infiammarsi improvvisamente di selvagge eruzioni chitarristiche. "Lucy's Ride" e la finale "Shine Like Suns" ipnotizzano con stasi ritmiche degne dei migliori Spacemen 3, con meno feedback ma con un cantato sciamanico inzuppato nel delay. Peccato solo che "Losin' Time" sia un plagio sfacciato a "No Fun" degli Stooges, altrimenti saremmo di fronte ad una delle migliori uscite del 2007.

Tipico ascolto da divano, con le luci soffuse, le membra stanche ma la mente vigile, perfetto per perdersi nell'intricato e stretto passaggio fra la veglia e il sonno, indecisi fra le braccia di Morfeo e quelle della vostra ragazza.

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