Esiste una mitologia assortita sulla breve attività live degli XTC. Prima del panico-da-palco di Andy Partridge, prima dei vari esaurimenti nervosi e collassi. Storielle curiose che farebbero la fortuna di parecchi cabarettisti a Zelig e puttanate simili. Cinque infernali anni on the road fino all'Ottantadue, in cui suonarono praticamente ovunque nel Regno Unito: bettole e luoghi malvagi, con paghe da fame e un pubblico nel migliore dei casi tollerante come quello del Bob's Country Bunker in "The Blues Brothers".

Nella tourneé del '79 in Germania, a Wissenhoe, la band di Swindon perse il camion degli strumenti musicali e furono costretti a suonare "..due chitarre da Postal Market e una batteria giocattolo.."(!). A Caracas (non esattamente l'Eldorado del Rock), in Venezuela, la polizia salì sul palcoscenico e manganellò un po' dappertutto, mentre le sedie della sala bruciavano mestamente. Anche la Penisola ha saputo dare il suo glorioso contributo all'odissea concertistica dei quattro traumatizzati pop-rockers britannici. Così parlò un sempre più sconvolto Partridge: "..Era il marzo '78, avevamo un contratto per alcuni concerti dalle parti di Genova. Ma venne assassinato Aldo Moro e per motivi di ordine pubblico gli spettacoli vennero sospesi. Ci abbandonarono tutti e, senza un soldo, finimmo in un albergo per invalidi sulla Riviera, dove ci davano da mangiare pappette per anziani con problemi di masticazione..".

Dopo questo divertente siparietto nel paese della pizza gli XTC torneranno ancora in Italia, e poi diranno definitivamente addio alle esibizioni on stage (tour di "English Settlement", serata fatale a Los Angeles, definitivo crollo ansiogeno del solito Andy). E arriviamo al 1983. L'anno dello scudetto di Falcao e Liedholm. Del primo governo Craxi composto dal famigerato "pentapartito". L'anno di "Bianca". L'anno della riflessione bucolica di "Mummer". Il successore del magnifico "English Settlement" prendeva il titolo da una buffa usanza anglosassone (girare il vicinato a Natale travestiti con abiti di carta), ma l'artwork originale dell'album fu scolasticamente "depurato" dalla Virgin. Che impose subito un 45 giri di grido a uso e consumo delle classifiche, e Partridge tirò fuori in un amen il pop barocco-psicotico di "Great Fire".

"Mummer" nelle intenzioni doveva rappresentare il ritorno alla quiete pastorale della campagna inglese, sublimato nell'acustica galoppata di "Love On A Farm Boy's Wages", e il razionale distacco dalle nevrosi urbane. Preservarsi nella natura, innanzitutto. La pace dei sensi. Isolarsi dai rumori della città barbarica. Coltivare l'orto e un poco se stessi. Giardini, fiori e piante erano la nuova ossessione del leader maximo Andy. Peccato che, nonostante l'atmosfera piuttosto rilassata del disco, le cose andarono diversamente. Già le sessions nell'inverno 1982-'83, al castello di Manor (Oxfordshire), furono assai problematiche. Partridge, Moulding e Dave Gregory, ridotti a trio dopo la fuga in Australia di Terry Chambers, reclutarono innanzitutto un nuovo batterista, l'ex Glitter Band Peter Phipps. Infine la spinosa questione "produttore", specialità della casa in fatto di scazzi: fino alla primavera si alternarono al mixer Steve Nye, Bob Sargeant, Alex Sadkin e Phil Thornalley. Insomma, siamo dalle parti dell'allenatore sfigato che lotta per la salvezza nella Serie A italiana.

"Mummer" conserva però tutta l'arte, e la meraviglia, del giocare in studio di registrazione degli XTC. Ad esempio, qui l'eco beatlesiano negli arrangiamenti non è più un semplice bisbiglio, urla ad alta voce: l'iniziale "Beating Of Hearts" simula nel suono distorto di due chitarre 12 corde una cetra psichedelica, esotica e appunto sgt.pepperiana. "Wonderland", scritta e cantata dal buon Colin Moulding, è puro pop disegnato di soffici tastiere, di grilli e uccellini disneyani. Altrove la cifra stilistica di "Mummer" è un rituale pagano di luce e contemplazione. Inquieto e minimale in "Human Alchemy", arcano nei chorus tribali di "Deliver Us From The Elements", ipnotico nella disarticolata progressione di "Me And The Wind". Quindi "Ladybird". Una gemma preziosa, un'invocazione notturna e platonica, un pop-jazzato di classe infinita. Nella ristampa in ciddì spiccano tra le bonus track lo strumentale timburtoniano "Frost Circus", i fiati della saltellante "Gold" e "Desert Island".

A "Mummer" seguiranno la locomotiva di "The Big Express", il carnevale-amarcord dei Dukes Of Stratosphear e il capolavoro "Skylarking" con l'amato\odiato Todd Rundgren. Altre storie. I tempi delle pappette per anziani sdentati sulla riviera ligure erano ormai un vago ricordo.

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