Andiamo al 1995, alla settima fatica dei nostri YLT, dopo le ottime prove di May I Sing With Me e Painful. L’Album, valido Indie Rock/Noise Pop, sovente messo in sordina dalla critica, è tutto percorso e dominato dai riverberi della chitarra di Kaplan, dai suoi contrappunti e dissonanze, ora granitiche, ora ipnotiche, ora oniriche. Il fragile soprano della Hubley acquista sempre più spazio, e con merito. Kaplan si diletta anche all’organo con linearità percussiva. Mc New è sempre educato al basso. Alla batteria la Hubley è una garanzia, impulsiva e misurata, quando e quanto serve.

Forse un po’ disunito, ma non già sfocato, l’Lp non manca di episodi eccellenti, a partire da Tom Curtenay, pop di evocazione beatlesiana, con riguardo al beat inglese dei sixties. La melodia è così riuscita che Dante direbbe “ti fia chiavata in mezzo de la testa con maggior chiovi che d'altrui sermone”. La jam finale, Blue Line Swinger, esplica bene il lato rumoristico della band, ispirato alla “Gioventù Sonica”, e va a replicare I Heard You Looking (da “Painful”, strumentale stupendo, “da paura” appunto), aggiungendovi il canto pregevole della Hubley, in una magnifica e lunga progressione vagamente kraut, ma che giunge al proprio apice. False Alarm è uno spoken dissonante, spigoloso, pieno di singulti e fracasso, a cadenze di boogie. Flying Lesson procede tra Velvet Underground e Joy Division, omaggiando e dissimulando entrambi. La notturna, rarefatta e dilatata The Hour Growns Late è consegnata in dote tanto al Dream pop che al Gospel (almeno come concetto).

Un album "minore" degli YLT, ma di grande mestiere, complesso nelle sue tessiture, mai scontato negli esiti: tra tante citazioni, o meglio riferimenti, il proseguimento di un discorso assolutamente personale.

Carico i commenti... con calma