Ancora insieme Justin Broadrick e Kevin Richard Martin, dopo aver collaborato nei God e nei Techno Animal. Non cambia nulla rispetto al passato. Si ritrovano in questo asettico e statico progetto denominato Zonal. E' la metallica "Relapse Records" a divulgare lo scarnificato ibrido sonoro. Un grigiore diffuso messo in risalto già dalla copertina. Pochissime le note leggibili nel booklet interno al CD; non hanno bisogno di troppe spiegazioni i due manipolatori sonori. Non ci sono strumenti, non ci sono chitarre; buio e angoscia ne ricavo da un primo ed unico ascolto. Non voglio andare oltre, mi basta per parlare del lavoro. Diviso in due parti: sei brani, i primi, che vedono la solenne partecipazione vocale di tale Moor Mother, poetessa afro-americana da Philadelphia; i rimanenti sei brani completamente strumentali. Dark-Trip Hop gelido, infinito, teso, che scava dentro. Note ripetute, esasperate, cicliche. Industrial-Dub che in alcuni momenti mi ricordano La Carne di Dio del periodo più sperimentare ed elettronico di fine anni novanta. Ne vengo fuori frastornato; per mia fortuna mi accingo ormai all'ascolto degli ultimi due brani. Rarefazione diffusa, note sempre più impalpabili, letali; mancanza d'aria, sudore freddo. Voglia di mollare tutto, di uscire all'aperto...ma devo resistere. Le prime note di "Alien Within" si diffondono nella mia abitazione; minuti alieni, abbaglianti che sembrano provenire dallo spazio più lontano, da altri mondi. Un buco nero che ti risucchia. Vuoto, spossatezza, malessere; per fortuna le mie donne stanno rientrando a casa..."Ciao Marina, ciao Elisa"... Sono salvo... forse soltanto per questa volta...STARGAZER...

Ad Maiora.

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