Immaginatevi di ascoltare per la prima volta canzoni del calibro di “Senza Una Donna”: I change the world, I wanna change the world… famosa in tutto il mondo oppure “Hey Man” (cantata in seguito con BB King).

Dalla prima traccia all’ultima il feeling è continuo, ogni canzone genera un’atmosfera diversa ma tutte provenienti dallo stesso ambiente magico, surreale, niente sfaccettature, grande passionalità.
Parlando di surrealità mi soffermerei su “Dune Mosse”; una prigione sospesa nel tempo da coltri di nebbia all’interno della quale Zucchero urla luce e vento; un assolo di tromba volatile, delicato (non a caso all’interno dell’album è presente anche la versione “Instrumental”).
Si percepisce l’energia, la genuinità in “Non Ti Sopporto Più” e “Pippo” dove si tenta un tono funk; ma il bisogno di ancorarsi al soul è grande e lo si dimostra sempre e comunque. Il suono arrogante di “Con Le Mani” non può negare l’influenza di Joe Cocker, testo però firmato da Gino Paoli come anche in “Bambino Io, Bambino Tu”; quest’ultima ha uno stile tranquillo e pacato tipico dei cantautori italiani come Gino Paoli appunto.
L’unica pecca dell’opera è proprio il singolo “Solo Una Sana Consapevole Libidine Salva Il Giovane Dallo Stress e Dall’Azione Cattolica” già il titolo è troppo lungo; la traccia è si orecchiabile ma anche superficiale e fuori luogo soprattutto se messa vicina a “Hai Scelto Me”.
“Hai Scelto Me” è un capolavoro immortale. Quando si dice “momento di ispirazione”, Zucchero ha forse inciso una tra le più belle canzoni di sempre. Solo questa traccia giustifica l’esistenza di tutto l’album, perfetta sotto ogni punto di vista, ogni volta che la si sente, viene la pelle d’oca, si connette l’anima al cielo.

Con questo lavoro Zucchero dichiara la sua affinità col mondo del blues.
Un album che promette un singolo per ogni traccia. Costruito su fondamenta in grado di durare nel tempo, di trascinare e affascinare anche in questo periodo dove niente ci stupisce più.

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