Il nome di Manuel Agnelli oggi si associa immediatamente al talent show X-Factor, di cui è uno dei giudici, ma si tratta veramente di una colossale ingiustizia; senza nulla togliere al sopracitato show TV, Manuel è prima di tutto un grandissimo artista, un grande cantante, un autentico genio. Leader indiscusso degli Afterhours dal 1986 ad oggi, unico membro sempre presente dall'inizio (il gruppo invece subirà numerosissimi rimpasti nel corso degli anni), non è un'esagerazione sostenere che senza di lui la band non avrebbe senso di esistere. Dopo gli albori in cui i nostri faticano a trovare una sua identità, nonostante alcuni sprazzi di grandissimo talento che si iniziano ad intravedere già dal primo lavoro "All the good Children go to Hell", (soprattutto nella stupenda "Billie Serenade") arriva ad un certo punto la grande rivoluzione, il passaggio dei testi in lingua italiana, scelta quantomeno coraggiosa e in controtendenza in quegli anni (parliamo del 1995), ma che come per magia farà esplodere tutto il talento di Manuel & Co, come se tutto quel ben di Dio fosse rimasto imprigionato per anni e ad un certo punto si trovasse all'improvviso libero di scatenarsi. Il primo disco in italiano della band, "Germi", già rilascia grandissime emozioni, anche se ancora va a sovrapporsi in parte al precedente "Pop kills your soul", ultimo cantato in inglese, con gran parte delle canzoni di quest'ultima opera che verranno riarrangiate nella nostra lingua madre. A mio parere è proprio con "Hai paura del buio?" che la band trova la sua definitiva consacrazione e maturazione artistica, la vera trasformazione da bruco a farfalla; i nostri propongono un sound grezzo e graffiante, che sembra buttato lì per caso, si ha l'impressione che ogni canzone di questo disco sia stata incisa al primo tentativo, senza nessun perfezionamento e senza nessuna prova in studio. E' proprio questo insieme di suoni così apparentemente sgangherato e confusionale che invece lentamente ti prende e ti conquista, i riff sembrano buttati lì senza troppa cura, invece ascoltando attentamente arrivi a renderti conto di quanto grandiosa sia quest'opera. La performance di Manuel è veramente di altissimo livello, ormai è pienamente padrone delle sue immense qualità e tira le fila di questo doppio disco con grandissima maestria. "Hai paura del buio?" come detto prima è un disco doppio, ai primi ascolti sembra quasi interminabile, invece poi si impara ad apprezzarlo dalla prima all'ultima nota. Le tracce sono quasi tutte completamente diverse tra di loro anche come genere, difficile dare delle preferenze, anche se nel mio caso faccio fatica a non ricordare "Male di miele" (che sarà una delle canzoni più apprezzate dai fans nel corso degli anni), "Voglio una pelle splendida" e "Punto G"; quest'ultima canzone personalmente mi manda fuori di testa, è come un rantolio all'inizio insopportabile, una cantilena lenta e continua, incessante e insistente che piano piano ti entra dentro, veramente geniale. Venti tracce in tutto, da non perdere, a mio avviso l'opera più convincente dei nostri, ma senza nulla togliere alle altre. Da 9 anni gli Afterhours non ci regalano più nessuna nuova uscita, ad eccezione del Live "Noi siamo Afterhours", speriamo che quest'ultimo non sia il canto del cigno.
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