Anche il freddo inverno può scaldare un cuore e creare schegge di sogni, quadri di ghiaccio con ritratti occhi penetranti che osservano l'anima in ogni suo solco, come se fosse un vecchio vinile che, nonostante i molteplici usi, nasconde segreti e porte che danno su luoghi e tempi ignoti.

Questo gli Agalloch lo sanno bene e nella loro ultima fatica, intitolata appunto "Marrow Of The Spirit", riprendono le suggestioni ipnotiche e la forza della stagione invernale per creare un'opera compatta, fredda e calda allo stesso tempo e spiccatamente metal. Infatti quello che colpisce subito l'ascoltatore è un forte appesantimento del suono, con l'inserimento di violenti blast beat e di uno screaming più abrasivo ed incisivo, come dimostra la seconda traccia: "Into The Painted Grey", un pezzo veloce e pesante, ma pregno di una gran dose d'atmosfera, espressa da un lavoro di chitarra travolgente e da un "retrogusto scandinavo" veramente pregevole, il quale, pur pervadendo tutto il lavoro, non intacca minimamente quella personalità ed unicità che rendono la band in questione una tra le più interessanti in ambito metallico e non.

Un altro punto importante da evidenziare è la lunghezza dei brani, i quali, tolta la stupenda "They Escaped The Weight Of Darkness" (un intro bucolica di grandissimo effetto), toccano con tranquillità i dieci minuti, superandoli anche abbondantemente, come "Blake Lake Niostang", la quale, con i suoi ben diciassette minuti di durata, racchiude in sé tutto il senso e la profondità dell'album in esame e riesce a condensare le varie caratteristiche della band americana, come l'impronta folk e post-rock, in un'atmosfera onirica ed ermetica che non lascia via di scampo.

In conclusione ci troviamo davanti ad un lavoro particolare, di non facile assimilazione, che richiede vari ascolti per essere ben appreso (intendiamoci, appena messo nello stereo trascina all'istante, però necessita di approfondimenti per essere apprezzato in tutte le sue sfumature) e che può lasciare un po' interdetti tutti coloro i quali della band in esame apprezzano il lato più melodico e malinconico, qui ancora presente ma, come già detto all'inizio, affiancato da un massiccia dose di estremismo metal di matrice europea.

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