E se solo poteste udire il mormorio di tale sogno

non vorreste ascoltare altro rumore

(Gibran Kahlil Gibran)

Sembra riecheggiare qualcosa che non comprendiamo appieno. Energia attinta da fluttuazioni quantiche della nostra coscienza a cui viene consegnata una vera e propria anima. E' il sogno nel quale trovano un punto d'incontro fisiologico anima e corpo.

Sogno Errando è una realtà non oggettiva creata di volta in volta dall'ascolto sempre alla ricerca di un equilibrio metafisico tra nuovi mondi che non possiamo manipolare ma che sono depositati sulla nostra pelle, affondati. Basta sintonizzarsi su differenti stati quantici per poter migrare in un multiverso sonoro che ci giace parallelo. Allora nel gorgoglio del sogno si cristallizano le fibre dela nostra stessa materia. Materia oscura. Materia luminescente. Come luminescenti sono le partiture musicali che oscillano sugli anfratti oscuri di testi abrasivi.

La proiezione onirica di questo lavoro va assaporata e metabolizzata nel suo insieme in quanto le singole parti vivono in osmosi tra loro. Il tutto è ricucito attraverso passaggi mutevoli dove nuovi suoni partoriscono nuove visioni.

Già la copertina ci proietta un volto mozzato da trequarti in sù che suggerisce l'assenza di una visione meccanicistica del cosmo a favore di un'apertura più sensoriale e percettiva.

Siamo su coordinate cangianti che affondano sulla pelle, senza sfiorarla, come <<corrente sotterranea che unisce spirito e materia>. La poesia che ne esce è questa tensione tra il vagare e il dimorare.

Un sogno che sembra un afflato dove violini dilatati e sax schiumosi di tanto in tanto sembrano congelarsi sull'attimo eterno e circolare. Tempi schiacciati, senza respiro, apparentemente discordanti tra note di basso slappate che marcano il ritmo in un magma senza vincoli. Un andirivieni di stoccate percussive in coesione con autentiche esplosioni liriche. Forme libere galleggianti su monologhi, acrobazie polifoniche, testi surreali e tanta sperimentazione. Gianni Venturi semina versi che non sono preghiera ma grido rauco e denso <che libera l'anima e ne fa un canto>.

Il periplo si fa vieppiù errabondo avvitandosi lungo prospettive senza geometrie definite. Numerosi sono i balzi da fraseggi liturgici a scorribande elettroacustiche.

Un filo di Arianna lega sempre le note eiaculate dai sax strozzati e dai violini prima che soffici orpelli di piano e ritmiche pulsanti virino in un mantra ipnotico.

C'è spazio anche per l'amore, amore sdoppiato, tradito <dell'abbraccio trattenuto e del bacio sospeso>. Una carezza tagliente che affiora tra note liquide e linee di basso vaporose che rimangono sospese come applauso senza mani.

E' come specchiarsi dentro un cielo porpora che come gola inghiotte e di moto immobile finisce.

Il tempo di un sobbalzo (come fase REM ) ed ecco che le tastiere ribollono dentro un forsennato cambio di tempo che conduce ad un finale orgiastico, senza scampo.

Attraverso il sogno ci realizziamo.

Nel sogno è la bellezza, l'arte, la musica e la poesia.

Poesia che si veste di note.

Le note che sussurrano poesia....

.....e senza il sogno, probabilmente, non saremmo niente.

Carico i commenti... con calma