Con la fatica che facci(am)o per guardare avanti, per cercare e premiare chi prende nuove strade musicali o almeno ci prova... arrivo a questo Antony (i "the Johnsons" in verità sono solo "tappezzeria", un po' come i Lunapop senza Cesare Cremonini...) e, oltre a schiantarmi nel profondo del presente più intimo (anche se non riesco a capire come non si possa diventar matti per le donne... ;-) mi "costringe" pure a tornare indietro fino al 1998, anno del suo debutto più volte ristampato, e quindi trovabile. Antony è un gay, lo dico subito per non far perdere tempo a chi ha certi pregiudizi musicali e non (spero non sia il caso di molti abitanti del pianeta Debaser... Ad occhio, da quel poco che "ci abito", direi di no). Antony ha una voce me-ra-vi-glio-sa, Lou Reed l'ha definita "angelica". E se lo dice lui... mica un pirlone come me... Testi, melodie e arrangiamenti da cantautore classico, ma riesce ad essere personalissimo. Molta sofferenza ovunque, ma con immensa classe.
Consigliato: a chi accoglie a braccia aperte chiunque, senza saperne il nome.
Sconsigliato: a chi va coi trans ma di giorno dice di odiare i froci.
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