Immaginati quello che vuoi: un viaggio spazio-temporale per l'Egitto di Tutankhamon, una crociera intergalattica verso stelle aliene, un fottutissimo nero incubo malato. Sei a bordo di un missile nucleare pronto al botto, destinazione l'infinito.

"Amboss" occupa tutto il lato A ed è un mostro gigante a più teste, un'allucinazione oltre le barriere del suono. Eppure parte sommessa, scivola sorniona per diversi minuti creando lentamente un'atmosfera. Quando entra in gioco la batteria di Klaus Schulze non te ne accorgi neanche ma l'incubo è già diventato realtà. E porca puttana, quando gli Ash Ra Tempel iniziano a darci dentro sul serio, non ce n'è più per nessuno; ti strappano la pelle di dosso, ti mandano in corto-circuito il cervello.

Manuel Göttsching è il più grande chitarrista del kraut e quando ha messo in scena questa enorme jam strumentale era fatto, e di brutto. Sì, perché per suonare con una visionarietà ed una fluidità così naturali bisogna necessariamente essere disincronizzati dal mondo reale. Non ha alcun rispetto per Te-Ignaro-Ascoltatore; dopo averti sfiancato con dissonanze acutissime e lame di ghiaccio di feedback insopportabile, ti riporta come se niente fosse in acque tranquille per poi travolgerti con un'improvvisa ondata di distorsioni ed accelerazioni di ritmo furibonde.
Ora, se non ti fa impazzire questo pezzo, non so cosa diamine può farti impazzire. È roba che ti scioglie il cervello e ti rivolta l'intestino, che ti prende per i fondelli. Sì, ti prende proprio per il culo; tu sei lì che cerchi di star dietro al ritmo e seguire le note sfuggenti; e magari ti sembra anche di riuscirci! Anzi, già che ci sei pensi sia una buona idea infilare bene la testa tra le due casse, così puoi distinguere meglio i vari strumenti che si intrecciano imbizzarriti...

Fermo, non farlo!
Non farlo se non vuoi friggerti il cervello. Io ti avverto, questo è uno dei più estremi trip cosmici, è musica pericolosa. Stai molto attento a non farti coinvolgere e NON ASCOLTARLA DA SOLO se hai a cuore la sanità mentale! "Amboss" è una cosa totalmente FUORI, in tutti i sensi. Gli Ash Ra Tempel sono partiti verso Andromeda e non faranno ritorno.

Ascoltare il lato B è un'esperienza totalmente diversa: è come galleggiare a peso morto negli abissi del nulla. Siamo cadaveri ultramillenari risucchiati dalla gravità di un buco nero, in orbita sugli anelli di un pianeta remoto. Lo spazio interstellare è vuoto, le tenebre e il nulla sono i padroni dell'universo. "Traummaschine" è un'epopea infinita, un frammento del buio che avvolge le galassie. È una visione oscura, quello che sarà più compiutamente Irrlicht di Schulze.

Adesso fatti un favore e procurati in qualsiasi modo questo disco; spegni la luce, allaccia le cinture e preparati al lancio nell'iperspazio.

Carico i commenti... con calma