“Non entrare se non sai da che parte stare”, ci avvertono gli Assalti nella title track.
È così, gli Assalti si amano o si odiano... anche a seconda della propria appartenenza politica. Perché gli Assalti Frontali sono principalmente militanti di sinistra, come dice il nome stesso di Militant A, il frontman, che con i Brutopop ne forma l’attuale compagine.

Sono passati dodici anni da Terra Di Nessuno, il capolavoro degli Assalti Frontali del 1992, prima ancora li conoscevamo come Onda Rossa Posse (Batti Il Tuo Tempo... dice niente?). Conosciamo gli Assalti per la loro serietà, per la loro militanza, per l’estrema valenza politica dei loro testi.
La sincerità e la verità hanno caratterizzato tutta la loro produzione e non difettano nemmeno in H.S.L., acronimo di “Hic Sunt Leones”. Gli Assalti ci introducono ancora una volta nella loro zona franca e dai confini incerti, lontana dal vissuto di noi gente normale, qualcosa di differente dalla quotidianità “borghese”. Qui ci sono i giovani leoni, che si sbattono per cercare di cambiare lo stato delle cose, mettendo in gioco anche se stessi.

Gli Assalti non sono cambiati e colpiscono ancora, proseguendo sulla strada tracciata con “Conflitto”: fare un rap suonato e dai testi di protesta, “consapevoli” e impegnati.
I problemi sono gli stessi del 1992, cambiati parzialmente gli obiettivi della protesta e dello scontento: in Terra Di Nessuno la politica, la Democrazia Cristiana, la bandiera a stelle e strisce che bombardava Baghdad nel 1991 erano i demoni da sconfiggere, mentre oggi, anche se il vizio di bombardare Baghdad gli americani non sono riusciti ancora a toglierselo, il Nemico è il Mercato (smaterializzazione fumosa del “Capitale”) l’evanescente responsabile delle disparità sociali, della miseria, delle ingiustizie, delle diseguaglianze, l’eterno capro espiatorio di chi realmente dirige il gioco, di chi “mette brevetti sui nostri destini”.

Tuttavia c’è un’importante differenza rispetto ai lavori passati: l’umore. Negli ultimi sei anni deve essere successo qualcosa che ha cambiato la vita di Militant A e che ha avuto la sua influenza nella genesi di H.S.L. e il suo effetto è stato decisamente positivo: il lavoro è più maturo ed equilibrato rispetto agli altri. Mentre i dischi precedenti comunicavano solo angoscia e rabbia per lo stato presente e gli Assalti Frontali si prendevano un po’ troppo sul serio, oggi in H.S.L. si rinviene anche un’inedita vena di divertimento, che ha permesso loro di realizzare un insolito pezzo sulla legalizzazione delle droghe leggere, o altri brani come “Sulla Strada” o “Le Merde Fanno Affari”. Tutti questi brani sono caratterizzati da un vago sorriso di fondo, non indice di vacuo distacco ma di consapevole ironia, che li rende certo ben lontani dalle angosce di certi vecchi brani.

Da segnalare “Denaro Gratis”, pezzo in cui si rivendica a gran voce un’equa redistribuzione della ricchezza (“forza, ora, dividete la grana / siamo soci alla pari della società umana [...] / la ricchezza della terra la facciamo noi e ce n’è / ma la parte che ci spetta adesso in tasca di chi è?”).
“Rotta Indipendente” è un altro brano da ascoltare, papabile quale inno della disobbedienza, il “Sole Silenzioso” degli Assalti, così come “In Periferia”, analisi lucida del post 11 settembre dal punto di vista di chi vive nei “bassi strati” e “Bella Da Morire”, ragionamento sulle vere motivazioni della guerra svolto in prima persona da uno dei suoi Signori, che dapprima ne sciorina i pretesti (“I primitivi hanno in mano armi ed esplosivo / e sono tutti terroristi con in testa un obbiettivo”) poi dice la verità (“La guerra è un affare / e un affare è un dovere / preghiamo per la pace / ma la guerra è un piacere”).

Gli Assalti in definitiva tengono botta e hanno anche imparato a sorridere.
Senza esagerare, però, che di questi tempi c’è poco da stare allegri.

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