Cinque recensioni di questo disco, ma nessuna posteriore allo scioglimento della band. Facciamo un passo indietro, di dieci anni circa.

Premetto che i cosiddetti "supergruppi" mi hanno sempre entusiasmato per i due minuti successivi alla notizia della loro nascita, ma evidentemente questa era la moda ai primordi degli anni Duemila. Esempi che hanno suscitato molto interesse nel pubblico sono stati i Velvet Revolver, gli Audioslave e i Probot. Forse questi ultimi un pò meno, visto che non si trattava di un progetto fisso, ma di un divertissment di Dave Grohol.

Gli Audioslave nascono nel 2001 sotto il moniker Civilian, e sono composti da Tom Morello, Tim Commerford e Brad Wilk, rispettivamente chitarrista, bassista e batterista dei Rage Against The Machine. Ai tempi erano appena stati abbandonati dal "rapper" e loro frontman Zach De La Rocha. Decidono quindi di rivolgersi a Chris Cornell, che dopo i Soundgarden si era dato alla carriera solista con scarsi risultati di vendite.

I colpi di sole sono ancora freschi sui capelli del cantante, quando la nuova formazione entra in studio. Cosa nascerà da questa unione, a prima vista allettante? Razionalmente si potrebbe pensare ad un'equazione del tipo "3/4 R.A.T.M. + 1/4 Soundgarden". Sbagliato. La rabbia contro la macchina è predominante su almeno dieci dei quattordici brani presenti sul disco di debutto, ma dei giardinodelsuono neanche l'ombra. Lo stesso Cornell appare fuori forma (ovviamente se confrontato con performance come "Badmotorfinger") e stilisticamente distante dagli album precedenti.

Tutto sommato, però, non risulta un lavoro sgradevole. In apertura "Cochise" e "Show Me How To Live", che mi facevano discretamente muovere la testa all'età di quattordici anni. E poi si procede con i soliti riff pesanti e definiti di Morello, i suoi assoli-scratch, pedali a iosa, il basso rotondo e pulito di Commerford, la batteria "metronomo" di Wilk. Una formula un pò indigesta, che aveva già stancato (me, personalmente) con il disco del 1996 "Evil Empire". E sembra sempre di ascoltare la rivisitazione plastica di quel tripudio di suoni che fu il debutto omonimo dei Rage Against The Machine. Quello era pura originlità ed innovazione.

Novità? I pezzi pop "Like A Stone" e "I Am The Highway". Intendo "novità" per quanto riguarda il repertorio di entrambe le band di provenienza del quartetto, visto che sono canzoni basate su alcuni dei giri di accordi più sfruttati dell'industria musicale. Il secondo brano pare sia stato scritto da Cornell in memoria del defunto Layne Staley, e anche qui viene da storcere il naso. Personalmente, non lo trovo un tributo sentito, e non penso avrebbe fatto impazzire il cantante degli Alice in Chains se fosse stato ancora vivo. Decisamente più toccante il pezzo "04/20/02", scritto da Eddie Vedder per la stessa  ragione.

Dopo l'episodio semi-acustico "Getaway Car", si arriva alla traccia finale, forse la migliore del disco, "The Last Remaining Light". Nella strofa la chitarra rimanda a "Black Hole Sun", e in generale il pezzo non risulta banale.

Nel 2004 uscirà "Out Of Exile" e nel 2007 "Revelations". Mentre il video della title-track di quest'ultimo lavoro è ancora in onda su Mtv, Cornell decide di abbandonare gli altri tre per darsi ad una nuova e peggiore carriera solista.

Ma direi che la storia ha un bel finale. I Rage Against The Machine si sono riuniti. Forse non faranno un nuovo disco e magari nessuno ne sente il bisogno, ma vederli in tour è sempre piacevole per i vecchi fan.

Dopo derive pop e house, Chris è tornato a cantare con i Soundagarden. Ovviamente questo ha comportato un lungo tour, un disco live, un best of e molta nostalgia che si è trasformta in oro, come fosse stata toccata da Re Mida. Nonostante ciò, io sono uno di quelli che farà la coda fuori dal negozio per comprare il nuovo album che dovrebbe uscire nel 2012. Attualmente è in fase di registrazione e dovrebbe richiamare il sound di "Down On The Upside".

Per quanto riguarda questo "Audioslave", non c'è molto altro da aggiungere. Si tratta di un disco che vive (o "sopravvive") su idee non più originali. Contiene molti riempitivi che nessuno con un minimo di gusto ascolterebbe più di una volta. Ma raggiunge la sufficienza.

Rage Against The Machine e Soundgarden. Due gruppi che hanno senza dubbio già dato il loro meglio più di quindici anni fa, ma che forse hanno ancora qualcosa da raschiare sul fondo del barile. Staremo a vedere.

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